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razione ripete una piccola particolarità costantemente, la
palmetta a lobi che sembran fave, sparsa da per tutto, nei
capitelli dei pilastri, nei vasi a stiacciato dei pilastri. mede-
simi, ecc. Tale particolarità si mostra a iosa in un monu-
mento che fu giudicato d’un abile successore di Desiderio,
anche di Benedetto da Maiano; ed è quello di Barbara Man-
fredi (fig. 489), nella chiesa di San Biagio in Forlì. Vi è
lo stesso tondo della Vergine nella lunetta del monumento,
come nell’altra di quello Tartagni, la stessa finezza decora-
tiva, le palme a fave nelle cornici, nel fregio, nei capitelli,
ne’ pilastri, ne’ peducci del sarcofago, in ogni parte. Il se-
polcro di Barbara Manfredi, eseguito parecchi anni prima
dell’altro dedicato alla memoria del Tartagni, meno abbonda
di ornamenti: molti festoni di quercia e d’alloro, con nastri
a solchi diritti;; ne’ pilastri, ornati svolgentisi da un vaso
sottilmente scolpito, con foglie pizzettate, fave e fave, e ro-
soncini di cinque foglie alla fine de’ girari; ne’ putti dura-
mente intagliati sulla faccia del sarcofago, le ali sembran
fatte non di penne, ma d’altre fave, e persino nelle dita di
Barbara Manfredi conserte sul petto sembrano chiudersi bac-
celli (fig. 490). Nella tomba l’artista s’attenne al tipo di quella
del Bruni di Bernardo Rossellino, e dispose sotto il corpo
giacente della defunta il sarcofago rettangolare, con due
genietti nella faccia anteriore svolgenti la pergamena con
l’iscrizione commemorativa. Bernardo Rossellino nelle aquile
che reggono il letto sepolcrale, nelle zampe leonine del sar-
cofago, nelle teste di leone del basamento ricordò l’antico;
Francesco di Simone dimenticò quello studio, e mise palme,
meandri, pianticelle; e nel fondo del monumento, invece delle
lastre marmoree rettangolari, fece cadere in bei drappeggia-
menti un tessuto di damasco a fiori di melograno. E così,
mentre in San Domenico di Bologna il Fiesolano segue il
tipo del sepolcro di Bernardo Rossellino secondo le modi-
ficazioni ricevute da Desiderio, nel San Biagio di Forlì si
attiene più schiettamente al primo. Ma a Bologna tutto è