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I senesi predecessori del Cozzarelli si esercitarono nella
plastica di rado, e furono principalmente pittori che, la-
sciando il pennello per lo scalpello, trovarono tuttavia una
grandezza che mancava nelle loro composizioni pittoriche,
ligie a una lunga tradizione, e più seconde alle convenzioni
formatesi di mano in mano in un ambiente dove mancava
all’arte movimento e respiro. Nella scultura i maestri senesi,
consumata l’eredità di Jacopo della Quercia, s’ingegnarono
ad attingere da varie parti, senza saper trarre un gran frutto
da Donatello, che dimorò e lavorò a Siena. Donatello era
troppo alto, ad un’altezza inaccessibile per i piccoli senesi,
che si strinsero piuttosto al discepolo di lui, a Urbano da
Cortona, il quale stava tanto in basso. Si arrivò al 1512, e
a Siena ancora, nel monumento di Giovanni Battista Tondi,
nell’atrio della Scala, si ripetè la forma del sepolcro Felici
di Urbano da Cortona!