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140; torè a Fano e a Recanati," il'primo irradiarsi nel secolo XV
’ per dell’arte toscana in tutta l’Italia.
ese I Lombardi, che nel Trecento portarono lo scalpello da
414 Como e dai dintorni per ogni dove, lavorarono probabil-
Mar mente parecchie delle statue sotto le cuspidi della facciata
azione di San Marco, statue assai grossolane, ed altre ne’ culmini dei
Uan coronamenti delle sezioni della facciata stessa. Ad uno di
iuella essi appartiene pure il sarcofago della cappella a sinistra in
loge quella basilica. * Tra i lapicidi lombardi vissuti a Venezia
dre da ne’ primi decennî del ’400, ricordiamo Pietro e Cristoforo di
nella Campione, Giacomo da Como, Gasperino da Milano (1416).?
Pietro A lavorare poi per la Ca’ d’Oro sopraggiunse una turba di
lette e maestri lombardi, Matteo dei Reverti milanese, Giorgio da
“eSsOri Como, Antonio de Rigezzo da Como, Pietro, Martino e Gio-
‘Ome vanni Frisoni, pure comaschi, Frison di ser Guglielmo da
ii dopo Milano. *
1 soft Alcune sculture veneziane, ritenute molto più antiche di
nto del quel che sieno, appartengono, a parer nostro, a maestri lom-
LT bardi del principio del ’400, già addestrati nello scalpellare
farle per il Duomo milanese e rimasti sotto l’influsso degli stra-
OSE nieri accorsi in fretta a Milano. Vedesi nella faccia del Pa-
a lazzo ducale, nel loggiato, verso la Piazzetta, invece d’un
E quadrilobo traforato, un tondo con l’immagine di VENECIA
aa (fig. 5); seduta in cattedra retta da leoni, tiene la spada e
| E i un cartello con le parole:: FORTIS. |IVSTA | TRONO
ap FVRTIAS |} MARE |SVB/PEDE-! PONO. Di qua e di fà
gi | da’ suoi piedi cade riverso una Furia: quella a sinistra, si
O I strappa le vesti dal petto, l’altra a destra, è in costume guer-
scul 1 VOGEL, De Ecclesia Recanatensi et Lauretana, 1859, vol. IL, Appendice. Di nome
Francesco ricordiamo lo scultore fiorentino Francesco de’ Nerl, detto il Sellaio, che la-
vorò per l’Opera del Duomo di Firenze dal 1362 al 1383 (cfr. CAvALLUCCI, op. cit.,
pag. 134-135).
2 Pubblicato ne’ Dettagli d’altari, ecc.; VI, 275. Venezia, Ongania, 188r.
3 PAoLETTtI, op, cit., I, doc. a pag. 95. I documenti parlano di un legato a favore di
pas meta maestro Giacomo e di maestro Gasparino. Ritrovandosi poi (PAOLETTI, 1d., pag. 21) citati,
Pa per lavori alla Ca’ d’Oro, maestro Gasparino Rosso detto da Milano e Giacomo da Como.
notizia abbiamo supposto che possa identificarsi questi col maistro Giacomo del testamento.
4° 1D., id. 1; pag. 21 e seg., pag. 57. nota 1-A e pag. 7/5 e. seg.