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dell’ <inutile » famiglia di cui era gravato, e diceva di tro-
varsi ridotto a mal partito, perchè le sue possessioni, cioè
le sue virtù, non gli davano gran frutto; e presentava al
Duca Ercole 1 una medaglia in suo onore, raccomandandosi
per una « provvisioncella », scusandosi di non aver fatto
meglio perchè costretto a continuare la rubrica pane acgui-
rendo.
Oltre la fusione di medaglie, che studieremo a suo tempo
e luogo, lo Sperandio attese ad altri lavori in Ferrara. L’ar-
tista, che poi verso Federico Manfredi si obbligava a lavo-
rare « de bronzio, de marmoro, di terra, di designi, di piombo,
di picture, di orfesarie », non poteva starsene intento a ese-
guire soltanto medaglie. Nel 1475 lavorò per la porta princi-
paie del « Barco ». Era il « Barco » una vasta delizia, che
si estendeva fuori della città di Ferrara, a settentrione dai
borghi di San Leonardo e di San Guglielmo, a mezzogiorno
fino al ponte Lagoscuro, a occidente sino all’argine Traver-
sagno, a oriente sino a Francolino: immenso spazio desti-
nato alla caccia, abbondante di selvaggina, parte serraglio
per cavalli, parte giardino. Per la porta principale di questa
delizia lo Sperandio esegui nel 1475 due teste di marmo,
raffiguranti il Duca Ercole; e nell’anno seguente altre due
dipinte, forse di terracotta, per un’altra porta. Un busto di
Ercole I d’Este, ma sopra una tavoletta rettangolare in marmo
che male avrebbe potuto essere affisso ad una porta, si vede
nel Museo del Louvre, e reca la firma dell’artista OPVS SPE-
RANDEI (fig. 526).
Lo Sperandio è ancora ricordato come pittore nel 1476,
anno in cui fu ricercato al servizio dal signore di Faenza,
Carlo Manfredi. Questi, il 25 maggio 1476, scrisse ad Er-
cole 1 chiedendogli maestro Sperandio per pochi giorni; ed
avendo avuto probabilmente l’artista con sè, e apprezzatone
il valore, l’anno seguente ne rinnovò dimanda per valersi
1 Rimandiamo il lettore alla monografia che pubblicammo sull’artista nell’ArcA. sé.
dell’ Arte cit., corredata di note e di documenti trovati negli Archivi.