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La somiglianza della Madonna del monumento di Alessan-
dro V_ con altra del Kaiser Friedrich’s Museum (n. 191-A) ha
permesso giustamente di ascrivere anche questa al nostro
artista.
Ecco quanto lasciò Sperandio da Mantova, non tenendo
conto del busto in marmo d’Antonio Barbazzi in San Pe-
tronio, assegnatogli a torto, perchè il sepolcro dov’è quel
busto è del ’500 inoltrato, e il busto medesimo deve consi-
derarsi ricostruzione fatta col mezzo della medaglia dello Spe-
randio.° Nè del busto del preteso Niccolò Sanuti nel Kaiser
Friedrich’s Museum, nè di quello di Giovanni II Bentivoglio
nella Collezione Orloff si hanno indizî convincenti della loro
appartenenza allo Sperandio. ?
Negli ultimi anni l’artista desiderò tornare a Mantova,
morire « in la patria ». Coi Gonzaga aveva avuto qualche
relazione, per aver fatto la medaglia del Cardinal Francesco
Gonzaga Legato di Bologna (+ 1483). Il vescovo Ludovico
Gonzaga, estimatore delle sue virtù, lo raccomandò al prin-
cipio del 1495 al marchese Francesco Gonzaga come archi-
tetto e come fonditore d’artiglierie; e la raccomandazione
fu certo accolta, come attestano la statuetta equestre del
Museo del Louvre e la medaglia dello Sperandio in onore
del marchese di Mantova, celebrante il suo trionfo sulle armi
francesi a Fornovo, col motto: ob restitutam ftaliae liber-
tatem. Ma la nuova protezione non durò gran fatto, chè tutto
! Dello Sperandio nella Bibliothèque Nationale a Parigi trovasi un bassorilievo in
bronzo, rappresentante la FHlagellazione, proveniente da un lascito del 1899 di Crignon
de Martigny. Porta la scritta: OPVS.SPERANDEI. Una replica della placchetta è
a Berlino, una seconda nella Raccolta Dreyfus. Il BopEe nella Zeitschrift cit. gli attri-
buisce una Madonna proveniente da una chiesa privata (?) della Marca d’Ancona, ora
nel Victoria and Albert Museum (le attinenze con lo Sperandio sono però molto scarse.
Le pieghe non hanno affatto la nervosità del maestro, e cadono dalle ginocchia in giù
secondo forme tradizionali gotiche).
2 BURCKHARDT-BODE-v. FABRICZY, Der Cicerone, ed. cit., pag. 485.
3 Anche noi assegnammo allo Sperandio i due busti e un terzo nella Collezione Laz-
zaroni; ma il dubbio sulla loro autenticità è nato poi, cresciuto e maturato. Il preteso
busto di Niccola Sanuti ha una scioltezza di modellato, ignota certo allo Sperandio; non
fu mai affisso in una nicchia, e porta una tabella ansata di fattura grossolana tutta
moderna.