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cazione del Battista e del Battesimo di Cristo, col paese a
rocce poliedriche, con le alte chiome degli alberi a grandi
foglie, con figure dalle forme compatte, agglomerate, non
ben distinte tra loro da netti contorni, come ne’ riquadri
inferiori, dov’ è l’accordo nelle reciproche proporzioni, il
distacco delle figure dal piano, scienza prospettica nel basso-
rilievo. * Di tutto il resto eseguito da Elia Gagini, riman-
gono alcuni frammenti in Santa Maria di Castello, in un pa-
liotto d’altare della cappella di San Tommaso, nel tabernacolo
applicato * al muro di fondo nella cappella del Battistero
(fig. 564); ed anche un sopraporta rappresentante l'Adorazione
dei Magi (fig. 565) in via degli Orefici,’ dove, come nelle
altre opere, si mostra umile scarpellatore che, invece di far
balzare dal marmo, sembra intagliare in legno le composizioni.
Domenico Gagini, gloria della famiglia bissonese, 4a
giovanissimo alla scuola di Filippo Brunellesco, come dice
;1 Filarete nel Zrattato d’ Architettura, che nominando gli ar-
tefici i quali dovevano erigere la Sforzinda da lui ideata,
scrive: « Venneci ancora Domenico del lagho di Logano
discepolo di Pippo di ser Brunellesco ». 5 Morto questi
I Qui FrRITZ BURGER (Francesco Laurana, Strassbourg, 1997, pag. 31) e WILHELM
RoLFs (Franz Laurana, Berlin, 1927) riconobbero a torto la collaborazione di Francesco
Laurana con Domenico Gagini.
2 CERVETTO (op. cit.) dimentica questi frammenti; SUIDA (op. cit.) li attribuisce
insieme con altri in fascio a Giovanni Gagini; LAURA FILIPPINI invece li ha bene distinti
(op. cit., pag, 24 e seg.).
3 Fino ad ora ne è stato ignorato l’autore, indicato come di Giovanni Gagini dal
Cervetto, giustamente assegnato a Elia da LAURA FILIPPINI (op. cit., pag. 29).
4 ALIZERI, Notizie dei professori di disegno, cit.: DI MArzo, Delle belle arti in
Sicilia, IV, Palermo, 1864; DI MARzOo, 7 Gagini, 1, Palermo, 1880; DI MArRzo e MAU-
CERI, L’opera di Domenico Gagini in Sicilia in L'Arte, VI, 1903, pag. 147 € Seg.; CORNEL
VON FABRICZY in Rep. f. Kstw., 1905, pags. 163 e seg.; BURGER, Op. cit. :; RonFs, op. clt.,
pag. 272 e seg.
S-Cfr. LAZZARONI e MUuNoz, op. cit., pag. 251. Dopo la frase su riferita il Filarete
scrive: « Uno Geremia da Cremona il quale fece di bronzo certe cose benissimo. Uno di
Schiavonia il quale era bonissimo scultore. Uno Catelano. Un altro Domenico di Capo
d’Istria sarìa venuto se non che morì a Vicovaro in uno lavoro faceva al conte Taglia-
cozzo ». Intendeva dire che a lavorare nella Sforzinda andarono questi maestri. Il VA-
SARI (ed. cit., II, pag. 385) copia il Filarete, così alterandolo: « Furono ancora suoi
discepoli (di Brunellesco) Domenico del Lago di Lugano, Geremia da Cremona che lavorò
di bronzo benissimo, insieme con uno Schiavone che fece assai cose in Vinezia; Simone
che dopo aver fatto in Or San Michele per l’Arte degli Speziali quella Madonna morì a