Full text: La scultura del Quattrocento (6)

GIGA 
sia e la statua del sepolcro del beato Simeone Profeta, * nell’an- 
sesti tica chiesa di San Simeon Grando (fig. 9); e assegnarono 
ue la data 1317 a quest’ultima, supposta del tempo stesso del- 
kn l’altare. Ma si noti che il sarcofago, sopra il quale poggia 
0, iu la figura distesa detta di San Simeone, fu ritrovato il 12 di- 
a da cembre 1733, rinnovandosi il pavimento della chiesa; e 
Luo che la statua eccede di tanto da capo e da piedi fuor del 
sarcofago, da doversi considerare posticcia, non fatta per 
esso. Sul muro a cui si appoggia il sarcofago sta una lunga 
iscrizione, nella quale si racconta che, correndo l’anno del- 
l’Incarnazione 1317, nell’indizione prima, nel quarto giorno 
del mese di febbraio, fu trasferito nella chiesa di San Simeone 
il corpo del santo Profeta in un’arca nella quale stette 
anni 114, come fu trasportato da Costantinopoli nel 1203. 
Ora la data 1317 è quella dell’ultima traslazione, non del 
monumento eseguito a spese del pievano della chiesa; e lo 
avverte la paleografia dell’iscrizione. Cosicchè non di quel- 
l’anno devesi supporre il ricordo che vien fatto dello scul- 
tore alla fine dell’epigrafe: 
CELAVIT MARCVS OPVS HOC INSIGNE ROMANVS 
LAVDIBVS NON PARCVS EST SVA DIGNA MANVS. 
E ammesso che la statua sia appartenuta all’eccellentissimo 
sepolcro, essa non è certo del principio del secolo XIV; va 
classificata tra le opere migliori de’ maestri romani della fine 
del 1300, Basti osservarne la grandiosità, la forza della testa 
Ittega dormiente d’antico filosofo, e più la ricerca de’ minori par- 
112 PA I GIACOMO BONI, 17 sepolcro del beato Simeone Profeta (scultura veneziana del se- 
colo XV), in Archivio veneto, t. XXXVI, pag. 1, 1888; PAOLETTI, Op. cit... LI, pag. 10. 
18? Altri hanno supposto (non però pubblicato) che le sculture appartengano a Filippo Calen- 
dario, ammettendo che questi sia stato veramente scultore, non solo un grande impren- 
ditore, quale appare dai documenti pubblicati dal LAZZARINI nell’Arch. Veneto. E senza 
“ale ragione assegnarono a Filippo Calendario le sculture del Palazzo Ducale, ricordando 
quelle di Filippo da Venezia (1332) nel sepolcro udinese di Frate Odorico da Pordenone 
morto nel 1331. (V. documenti dello Jorr1 nel libro di HENRI CORDIER, Les voyages en 
Asie au XV° siècle du bienheureux frève Odoric de Pordenone, Paris, Leroux, 1891, 
dio in Recueil de voyages et de documents pour servir à l’histoire de la Géographie, v. X. 
2 FLAMINIO CORNARO, Ecc!. Ven., VI, 386. 
VENTURI, Storia dell’ Arte italiana, VI. 
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