che vi lavorò intorno sino al 1456.' Il 23 agosto dell’anno
prima, egli s’intese per la decorazione in marmo d’un’altra
cappella, non più esistente, nella chiesa di San Gerolamo
del Rozo,* ora Museo dell’Università; ma poco dopo partì
per Napoli. Nel 1457, l8 di marzo, Elia Gagini, come aiuto
e procuratore di Domenico assente, riceveva per conto di lui
una somma dovutagli per i lavori del progetto della cappella
di San Giovanni;® e ritroviamo difatti < Dominico Lombardo »
a Napoli il 31 gennaio 1458 con Isaia e Antonio Pisani, con
Pietro da Milano, con Francesco Laurana e Paolo Romano
ricevere denaro per le figure dell’Arco trionfale d’ Alfonso
d’Aragona, *
La determinazione della parte di diversi artisti che lavo-
rarono nell’Arco ha affaticato gli studiosi moderni, senza che
siasi saputo indicarne alcuna con qualche verosimile sicurezza.
Noi abbiamo indicato le parti che probabilmente spettano
a Isaia da Pisa, * ad’ Antonio di Chelino, ‘ ad Andrea dal-
l’Aquila.7 Ora resta da determinare le altre parti degli scultori
dell’Arco che, secondo il Summonte, fu fatto « per mano di
Francesco Schiavone, opera per quei tempi non mala pe
e qui dobbiamo indicare la parte che spetta a Domenico
Gagini. Molto gli è stato attribuito, e non solo delle sculture
dell’Arco, ma anche della sala del Barone a Castelnovo in
Napoli, quantunque mai egli abbia modellato figure con
vestimenta così trinciate, arricciate, barocche. Nella gran
sala v’è una porta trionfale, che il Vasari attribuì a Giu-
1 CERVETTO, op. cit., pag. 44.
2 IDEM, op. cit., pag. 246, doc. II.
3 IpEM, op. cit., pag. 247, doc. Ill,
4 CORNEL VON FABRICZY, Der Triumphbogen Alfons I am Castel Nuovo zu Neapel
in Jahrbuch der K. preuss, Ksts., 1899.
$ V. pag. antecedente 384.
6 V. pag. antecedente 458.
7 V. pag. antecedente 408. Oltre la parte indicata come probabile di Andrea dal-
l’Aquila aggiungiamo la figura della 7emperanza nella parte superiore dell’Arco, con vasi
in mano baccellati e strigilati alla donatelliana.
8 CROCE in Napoli nobilissima, 1898, e CICOGNA in Memorie dell'Istituto Veneto, IX.
pag, 4Ir.