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tutto le varie maniere che si manifestano sul fregio stesso.
Cominciando da destra, vediamo i tibicini, dalle facce ottuse
e dalle guance cadenti, sui quattro cavalli, e sono d’ Isaia
da Pisa (fig. 567);! seguono i trombettieri laureati, fanciulli mu-
sicanti e la Vittoria guidatrice della quadriga trionfale (fig. 568),
eseguiti dallo stesso maestro pieno di spirito e d’impeto,
per noi Francesco Laurana, che improvvisò il sopraporta
della sala del Barone (fig. 569); segue la quadriga trionfale,
Alfonso d'Aragona col globo in mano, sul carro, in un seggio
coperto di broccato, mentre una gran fiamma s’innalza da-
vanti a’ suoi piedi, e procedono i grandi della Corte con
scettri.e con palme intorno e dietro al carro ornato di festoni
retti da bucrani (fig. 570). Questa, secondo noi, è la parte
che spetta a Pietro di Martino da Milano. La testa della
figura che si vede subito dietro al carro è costruita come
le teste delle medaglie che lo scultore fece per Renato
d'Angiò, e le tuniche a campana di personaggi del corteo
sì rivedono nel rovescio della medaglia di Renato e di Gio-
vanna sua moglie (1462), nelle figure de’ cortigiani intorno
a quel Re. Lo scultore ci appare senza grandi risorse, ordi-
nato, erudito, propenso a ripetersi nel far a scanalature le tu-
niche davanti e nell’infossar pieghe a mezzo le braccia, lento
ne’ movimenti, pigro; ma superiore di gran lunga allo scul-
tore delle figure impalate del corteo, che con palme e rame
d’ulivo stanno nell’edicola a sinistra, a seguito di quelle di
Pietro da Milano, opera probabile di un altro lombardo. °
Interrotti i lavori dell’Arco trionfale, Pietro di Martino
sì recò alla Corte di Renato d’Angiò, dove si trovò col com-
pagno di lavoro a Napoli, Francesco Laurana. Nel 1461 fece
una medaglia per il Re; l’anno seguente un’altra;’ nel’63,
i V. pag. antecedente 94 -
2 Sarebbe qui da riconoscere Pietro Giovanni da Como, che il RoLFs (op. cit., pag. 203
e seg.) distingue da Pietro di Martino? Per identificare i due scultori in una stessa per-
sona, CORNEL VON FABRICZY (Neues 27m Triumpfbogen Alfonsos Tin Jahrb. d. K. preuss.
Ksts, 1902) suppose che la lettera di Alfonso I ai Rettori di Ragusa fosse scritta nel 144
e non nel 1452, data segnata nella lettera ove si parla di Pietro da Milano!
3 HgEiss, Les meédailleurs de la Renaissance, 11, Francesco Laurana e Pietro da
Milano, Paris, 1882.