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l’altare di San Giuseppe e per l’esterno del Duomo, era in
quegli anni un maestro provetto, ed aveva aiutanti coi quali
lavorava in una bottega in Camposanto datagli dalla Fab-
brica. Può considerarsi quindi il più antico discepolo del-
l’Amadeo, il quale, mentre lavorava pure nell’altare e com-
piva l’opera della cappella Colleoni, aveva per aiuto lo
scultore poco noto, Gabriele da Rho. Ma di quell’artista,
oltre il monumento di Vitaliano e Giovanni Borromeo, esiste
solo una statua di Platone, nel cortile dell’Ambrosiana, se-
gnata col suo nome e con la data 1478. Ben meritevole era
di maggior fortuna, come lo dimostrano le figure dei guer-
rieri e i bassorilievi dell’arca dei Borromeo, che rispecchiano
degnamente l’arte dell’Amadeo.
L’altro monumento all’Isola Bella, dedicato al conte Ca-
millo Borromeo (fig. 612), è supposto appartenente « del
tutto, nell’idea e in gran parte nell’esecuzione, all’Amadeo »;
invece si tratta d’un seguace più tondeggiante nel fare, più
scavato ne’ piani, meschino nelle statuette delle nicchie del-
l’arca, sgangherato negli angioletti che stirano le tende
dell’edicola superiore, grosso e come pieno di stoppa nella
Madonna col Bambino e negli adoranti Camillo Borromeo
e la consorte.
Anche le tombe Della Torre e Castiglioni, in Santa Maria
delle Grazie a Milano, sono attribuite, benchè incertamente,
all’Amadeo. La prima mostra di appartenere ai Cazzaniga,
dozzinali scultori della scuola di tanto maestro, e si distin-
guono nelle figure tirate a fatica, senza la ricercata eleganza
dell’Amadeo, nelle teste rettangolari brevi, inquadrate da
capelli come cordoni che cadono ondulati, nelle vestimenta
a pieghe grosse non stampate sulla forma. La seconda, del
senatore Branda Castiglioni (+ 1495), con due fauni che
tengono la tabella col ritratto, è in una forma differente dal-
l’arte dell’Amadeo, anche nella regolarità della decorazione.
© MALAGUZZI, Op. cit., pag. 251.
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