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con la elevatezza morale d'ogni figura, segno già chiaro della La.
personalità dell’artista. Ancora sta nel mezzo, in trono, assistita per a
dagli angioli, la ingenua Vergine, non la teofora di Lorenzo fatti ]
Monaco, ma la donna, fiore di giovinezza e di purità, com- parte
mossa dell’avere sulle ginocchia il divin Fanciullo; e questi, potev
bello, sfolgorante negli occhi, sembra dimostrare in tutta tavol:
quella gran luce di vita come nelle spoglie tenerelle s’asconda fissi
il Dio. Tiene egli nella sinistra una rosa, mentre guardano cialm
estasiati gli angioli, figli della luce, e s’innalzano, sotto l’arco si att
binato pensile dello sportello laterale a destra, San Marco È
solenne come un patriarca, e Maddalena regale; sotto l’arco babil:
a riscontro dello sportello a sinistra, Matteo Evangelista, anch
glorioso, e il Battista, chiomato, pastore sovrano. tande
In alto del trittico è il Crocifisso, quale il Ghiberti ideò nd
nella seconda porta del Battistero, e Lorenzo monaco di- l’avv
pinse, con Maria e Giovanni disposti come sulle volute late- Lerre;
rali d’una croce astile; e vi è in due tondi l’ Annunciazione. quell
Nulla qui delle contorsioni, degli sforzi di Lorenzo monaco; nand
squadrate sono le forme, dolci le curve gotiche, rifuggenti vent
dall’acuto; in tutto una nobile compostezza, la elevatezza esea
dello spirito: e della fede. Sognò il pittore in quel quadro Call
la purificazione degli uomini per far loro rappresentare gli 1
esseri divini, con forme diafane e limpide, colori fini e pre- tona
ziosi, ori lucenti. Quel sogno durò per tutta la vita del Ssuce
Beato Angelico. 1 suoi Santi ebbero carni eburnee o alaba- Anc
strine, o con la trasparenza dell’opale, con ombre tenui, con seen
lumi d’un bianco argentino; capelli di seta fine ; occhi ui
chiari, pieni di luce, estasiati, con le pupille smarrite nelle por
penombre delle palpebre; le guance come petali di rosa; op
le vestimenta lucide, odorose, di colori luminosi e belli, aq
tra i quali dominano il rosso e l’oltremare. Così dipinse pi
i suoi Santi, sempre a mani giunte e con le braccia con; ei
serte, o con le palme aperte per lieve stupore, o con le
braccia al petto divotamente, sempre con garbo, carezze- su
voli, timidi. ui