Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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altro pezzo di predella, ma di Andrea di Giusto, aiuto di 
Masaccio a Pisa, si vede pure nella Galleria berlinese, e 
rappresenta i fatti della vita di San Giuliano e di San Nic- 
colò. Tra tutti i frammenti dell’ancona meraviglia la Croc7fis- 
sione di Napoli, guasta pur troppo, nella figura di Maddalena 
vista a tergo, gettata a’ piedi della croce, con le aperte braccia 
disperate: vi è una potenza drammatica senza pari in quelle 
braccia convulse, levate su dalla massa della persona acca. 
sciata, annichilita a’ piedi del Crocifisso. 
Mentre teneva impegno di eseguire l’ancona di Pisa, 
Masaccio continuava pure l’opera della cappella Brancacci 
lasciata incompiuta da Masolino partito per l’Ungheria. Vi 
dipinse nel pilastro a sinistra Adamo ed Eva cacciati dal 
Paradiso; nell’ordine superiore della parete a sinistra, Cristo 
che ordina a Pietro di prendere la moneta dalla bocca del 
pesce, e l’Apostolo che va a prenderla e poi la consegna 
al Centurione. Nell’ordine inferiore della parete stessa, dove 
è rappresentata la resurrezione del nipote dell’Imperatore, 
sono di Masaccio la quarta figura tra i cinque assistenti al 
prodigio, a contare dall’angolo della parete col pilastro al- 
l’entrata, e tutte le altre, eccetto il nipote. dell’Imperatore 
e gli otto assistenti al miracolo, a cominciar da quello che 
sta sopra al resuscitato e continuando con gli. altri sette 
verso destra. I primi quattro assistenti, il nipote dell’Impe- 
ratore, e gli ultimi otto spettatori sono di Filippino Lippi. 
Fece quindi Masaccio, nella parete di fondo, San Pietro che 
risana gl’infermi con l’ombra della persona, l’Apostolo in 
atto di battezzare e poi di distribuire l’elemosina ai poveri. 
In Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso terrestre (fig. 64) 
è tal magistero di luci e ombre nelle carni ignude da mo- 
strar subito, a riscontro dei due progenitori presso l’albero 
fatale, la grande distanza superata da Masaccio partendo dal 
termine raggiunto da Masolino. Non è soltanto forza plastica, 
ma d’espressione psicologica in Eva che vuol fuggir via. e 
s’affretta, e s’affanna, quasi che la paura le tolga vigore, 
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