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tre, veduti a tergo, ginocchioni nella stessa scena, assorti
nella preghiera, divotamente raccolti.
Nella scena di Pietro che con la sua ombra risana ol'in
fermi (fig. 68) un mendico accocolato a terra, guarda l’Apo.
stolo, maestoso per la via, vittorioso del male: un altro in.
felice seminudo, con lo sguardo stravolto, incrocicchiate le
braccia, piega un ginocchio; un terzo, in piedi, supplica
Pietro che s'’inoltra come un senatore romano.
Nell’Alemosina dell’Apostolo, la madre che tiene nelle
braccia un pargolo è ancora un ricordo di Masolino, ma la
testa virile, energica, romanamente forte, che appare tra
San Pietro e il dolce Giovanni, e l’Ebreo dalla lucida cervice,
dal nero zazzerone di capelli, a sinistra, mostrano come Ma-
saccio, scrutando caratteri, sapesse segnare le forme tipiche
d’uomini e di stirpi. Nell’altra scena Sa Pietro che battezza,
si vedono rivestiti d’ossa e di carne le figure ch’escono dalle
mani di Masaccio come da quelle di un creatore, squadrate,
Len piantate, animatissime e grandi. Tra quei nudi, in at.
tesa dell’acqua lustrale, uno con le braccia conserte, trema
per freddo: dimostra che Masaccio non solo costituisce corpi
esatti e saldi, ma li fa sensitivi.
Mentre attendeva a questi affreschi monumentali, Ma-
saccio ne dipinse un altro, ora all’entrata di Santa Maria
Novella, la Z7/7ni/à. Sotto una volta a. lacunari, veduta
in prospettiva illusoria, s’innalza Cristo solenne, non più
gracile come lo rappresentò Masolino in San Clemente a
Roma, ma grande, come in maestà sulla croce. L’Eterno
apre le braccia e sembra raccogliere il Crocifisso nell’ampio
manto. Di qua e di là dal legno, Maria e Giovanni, e, da:
vanti al sacro luogo, stanno il committente e la sua donna
inginocchiati: son questi due ritratti di persone vive, quali
l’arte non aveva ancora avuto in Italia; sembrano staccarsi
dai pilastri scanalati su cui spiccano fortemente, animati da
devozione, da entusiasmo, come incantati, e sono la realtà
stessa in contrasto con la scena ieratica.