Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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Ecco quanto si conserva del maestro innovatore, che 
ruppe la tradizione gotica, e associò le proprie forme rigo- 
gliose a quelle scultorie di Donatello e alle architettoniche 
recate a grandezza nuova e a nuovi ritmi dal Brunellesco, 
che molto amò Masaccio e gl’insegnò « assai cose ».' 
L’architettura de’ corpi dipinti divenne rigorosa; quella 
degli edificî, giusta e, mercè la prospettiva, amplificata: lo 
spazio trovò profondità maggiore, anche per l’effetto de’ po. ora 
tenti rilievi, per il balzar della luce sui corpi e il riflettersi alla 
vivamente sul volume delle cose cadendo essa con giusto I 
angolo d’inclinazione. Non più gotiche contorsioni, ma equi- nell 
librio di forme, saldezza di corpi, vivezza di moti; non il ve 
naturalismo materiale, superficiale, frutto d’analisi minuziosa, i 
ma semplicità di costume, intimità di ricerche, forza espres- 
siva sintetica, elevatezza di creazione monumentale. Masaccio, 
passando come una meteora luminosa da San Giovanni Val- U 
darno, a Firenze, a Pisa, a Roma, accese una nuova fiaccola il go 
di vita alla pittura italiana. tore 
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1 Cfr. Codice Magliabecchiano (cl. XVII, 17), Codice Strozziano (Magl. XXV, n. 636) Stette 
Codice Petrei (Magl. XIII, n. 89) in ed. Carlo Frey, Berlin, 1892, pag. 165 e 81-82. di pit 
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