Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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ia di Biellese. ' Ma sopra tutte queste pitture, come abbiamo detto, 
eccellono tanto quelle del Castello di Manta (1411-1430), con 
alal figure in ricche vesti, simili a quelle di cui è sfoggio nelle 
ati le « Très riches Heures » del Duca di Berry, quanto le altre de- 
lano. coranti il cortile del Castello di Fénis, con immagini di Sapienti 
COSÌ e di Eroi, pure dipinte nelle prime decadi del ‘400. A. questo 
‘che tempo appartengono altresì le pitture della chiesa parroc- 
uelle chiale della stessa Manta ed altre della cappella dello stesso 
nelle castello di Fénis: le prime son rappresentazioni della Vita 
inese di Cristo, in parte ricavate dall’arte toscana, in parte da 
sliani forme franco-fiamminghe, specie nei manigoldi d’una sfor- 
rom zata caricaturistica realtà; le seconde, che offrono tipi de- 
- dai sunti dalla tradizione pittorica piemontese con mescolanza di 
caratteri francesi e fiammingheggianti, però meno raffinate di 
1mpi, quelle del cortile del Castello. Altri affreschi della prima 
ittore metà del secolo XV si trovano in un frammento di un Cristo 
Le CON in croce e di figure di divoti sul cantone del palazzo vesco- 
Santa vile di Saluzzo, di un Santo Evangelista nel campanile di 
Fon: Ciriè, in affreschi della volta a crociera di una cappella di 
FALCa San Sebastiano a Monterosso, e dell’altra volta di Sant’An- 
1 Pie- tonio a Villar San Costanzo, nelle rappresentazioni della Vita 
Orme della Vergine e di Gesu, ed altre nella chiesetta di San Fio- 
a gno renzo in Bastia,” nella volta della navata centrale di San 
ino. € Sebastiano a Pecetto Torinese, nella Crocifissione di San- 
e nel t’Antonio di Ranverso, nella Pe/à di San Pietro in Avi- 
gliana, infine nelle pitture citate di Villafranca. 
e Come nel Piemonte, così nella Liguria si ebbe la com- 
pa mistione di forme italiane giuntevi di Pisa e di Lunigiana 
AL o di Lombardia con altre arrivate di Francia. Anche prima 
sella So E , o o 
ESCA, in ! Il ROCCAVILLA, op. cit., pag. 119 l’attribuì erroneamente al secolo xVI, e la Dot- 
| ‘oressa L. MOTTA Ciaccio, cou molta ragione, al principio del secolo xv. 
- Lisetta 2 LISETTA MOTTA Ciaccio (loc. cit.) ritiene che la data 1472 inscritta sotto alcuni 
edranno affreschi della stessa chiesa (Storie di Sant’ Antonio) non sia riferibile alle scene della 
1ote, poi Vita della Vergine e di Gesù, agli Evangelisti nella volta, alla Crocefissione, alla Ma- 
tese di donna in trono e all’Annunciazione, presentando questi affreschi molti particolari proprî 
della prima metà del secolo xv.
	        
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