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nella superficie, ma non giunge all’applicazione delle nuove
leggi dell’illuminazione e del rilievo pittorico; le scene ar-
chitettoniche che si complicano, si arricchiscono senza che
le architetture abbiano le giuste dimensioni e la prospettiva
renda l’organismo degli edificî. Il tentativo prospettico c’è
nel mostrare dall’entrata gl’interni, come dalle aperture degli
armadî e delle scrivanie gli oggetti che vi sono contenuti;
ma le linee sono scorrette. Gli edificî sono una riduzione
astratta e fantastica del vero; il tempio è ancora un cibo-
rietto nella rappresentazione del Santo Dottore Ambrogio;
l’abitazione di Sant’A gostino è ancora un’edicoletta quadrata
su quattro piedritti, con due facce aperte; il luogo dove siede
San Marco è un nicchione affondato in un’incavatura rettan-
solare della parete, come nel vano d’una porta, la quale è
cuspidata e fiancheggiata da due pulpiti gotici; la stanza dove
siede San Luca è la camera aperta da bambole trecentesca;
lo scanno, dove siede San Girolamo innanzi allo scrittoio, pare
una cappa da camino, ma è coperta da tettoia con tegole,
così che nell’intenzione del pittore il grande stallo da coro
doveva indicare la casa di quel Santo Dottore della Chiesa.
Insomma la tradizione trecentesca è conservata, anche nella
decorazione di timpani e di fascie alla cosmatesca, e solo è
arricchita con merlature di gigli, e mensole a gradi e pinna-
coletti, ecc.
L’influsso di Gentile da Fabriano si nota anche sul pittore
Lello di Velletri (fig. 87) firmato nell’ancona della Galleria
di Perugia, già in Sant'Agostino della stessa città. La Ma-
donna col Bambino, rappresentata sopra uno scanno inta-
gliato con pinnacoletti dentati, dimostra che Lello seguì Gen-
tile nell’ultimo periodo dell’attività pittorica, poichè il Bambino
che guarda incantato la Vergine corrisponde a quello della
Galleria pisana; i Santi, nelle tavole laterali, sono disposti
come quelli dell’ancona Quaratesi; perfino gli ornati delle ve-
stimenta hanno foglie arricciate a tondi lobi, quali si vedono
ne’ paramenti di San Niccolò in quell’ancona agli Uffizî.