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combattei per la legge di Cristo: tu vincesti il mostro di
Libia giacente a’ tuoi piedi, io il demone immondo che mi è
steso appresso. Il modo di presentare così i Santi in colloquio,
come Donatello li figurò a due a due sulle porte in bronzo
di San Lorenzo, e Luca della Robbia scolpì i rappresentanti
delle Arti Liberali nel Campanile di Giotto, e il Signorelli
frescò altri Santi nella Cappella di Loreto, non derivò di
Francia e particolarmente dai meschini bassorilievi della Cat-
tedrale di Lyon, come fu detto, bensì da un motivo di com-
posizione che il Pisanello applicò prime tra noi e trovò per
animare la presentazione dei Santi medesimi. Il pittore che
cercava il movimento, rifuggiva a quel modo dalle rigide
comparse, dall’allineamento in rassegna delle ben composte
figure sacre. L’anacoreta, curvo dagli anni, viene innanzi a
fatica, e il guerriero in armi forbite, col gran cappellone di
paglia piumato, gli sta di fronte: smontato da cavallo, sta
in atto di riposo, sollevato il piede sinistro munito dello spe-
rone d’oro. Intenti a loro i due Santi non guardano in alto
la Vergine che appare in un cerchio di luce frangiato di
nubi, china la testa su quella del Bambino che le stringe
il collo con le piccole braccia: immagine gentile, suggerita
probabilmente da qualche stucco fiorentino.
Non altra composizione complessa si ha dell’artista che,
nell’opera giunta a noi frammentaria, vediamo tutto rivolto
alla ricerca del carattere e dei movimenti dell’ espressione,
senza che ci appaia ancora completo, con le sue tendenze
appieno determinate. Delle ricerche perseguite con insi-
stenza fanno fede i disegni nel Gabinetto Nazionale delle
stampe a Parigi; ma nemmeno da essi si trae certezza che
egli raggiungesse il compimento de’ proprî ideali. Da quei
disegni, fatta astrazione de’ perfettissimi di animali, non ci
è dato ricostruire la parte a noi mancante dell’attività del
maestro. Oltre i disegni di quadri a noi noti, de’ quali s’ in-
I A. VENTURI, Storia, vol. VI, pag. 290 in nota.