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cavalleresco, ultimo a rispecchiare la vita delle Corti italiane
con la signorilità medioevale. Entrano i suoi Santi ne’ ca-
stelli, vivono a caccia, veston da gentiluomini e da cava-
lieri, sembran prepararsi a torneare innanzi a damigelle.
L’arte gotica s’avanza con lui nel naturalismo, ma sino a un
certo segno, perchè l’analisi del pittore fu incompiuta, non
penetrante nella figura umana e nella rappresentazione del
paese. Sorprese, nelle medaglie (fig. 150), * i lineamenti con
grande sincerità, rese con fermezza di segno il carattere
esteriore de’ volti; ma la figura umana non ebbe alla fin fine
per lui maggiore importanza di quel che ebbe un ricco guar-
nello o una lucente armatura, e il paese per lui fu bello solo
perchè popolato di bestie e di variopinti uccelli. È così che
nelle medaglie, mentre si limita a segnare nel diritto con rigore
il profilo delle persone, sfoggia gran varietà nel rovescio,
scialando nel figurar cavalli, pellicani, falchi, capricorni, cignali.
Ben poteva cantare Tito Vespasiano Strozzi, certo davanti
un’opera del Pisanello, forse la Visione di Sant Bustachio :
QOuis, Pisane, tuum merito celebrabit honore
Ingenium praestans, artificesque manus ?
Nam neque par Zeuxis, nec par tibi magnus Apelles ;
Sive velis hominem pingere, sive feram.
Quid volucres vivas, aut quid labentia narrem
Fiumina, cumgue suis aequora littoribus 2?
llic et videor fluctus audire sonantes ;
Turbague caeruleam squammes findit aquam.
Garrula limoso sub gurgite rana coaxat,;
Valle sues, ursos monte, latere facis.
Dum liquidos molli circumdas marine fontes ;
Mixvtague odoratis floribus herba viret.
Umbrosis nimphas silvis errare videmus ;
Haec humero casses, altera tela geril
Parte alia capreas lustris exire videntur,
Et fera latrantes ora movere canes.
lic exitio leporis celer imminet umber ;
Hic fremit insultans, frenague mandit equts.
! Il Pisanello, come medaglista, sarà studiato nel vol. X di questa Storia dell’ Arte
italiana.
DOC