Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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robusto, benchè nasconda pure i corpi nell’ondeggiamento 
de’ drappi, disegni enormi gli occhi, e appicchi le orecchie 
molto in alto nelle teste. Non si comprende l’encomio 
de’ contemporanei per l’autore del quadretto, indice del poco 
che si produceva all’inizio del Quattrocento, in Lombardia, 
e segno del parallelismo di maniera pittorica tra la regione 
lombarda e la veronese. ' Perfino nello studio degli ani- 
mali, prediletto da Stefano da Zevio e dal Pisanello, i 
Lombardi con Giovannino de’ Grassi e con Michelino pos- 
sono stare a riscontro dei due Veronesi, sentono anch'essi 
il bisogno di imboschire e di popolare il proprio mondo, 
lasciato brullo e deserto dai Trecentisti, e scoprono bellezze 
nelle sfumature delle penne degli uccelli, nelle chiazze di 
colore della pelle de’ mammiferi, nella varietà infinita degli 
animali. Di Michelino è perduto il taccuino veduto da Mar- 
cantonio Michiel a Venezia, ma può darsi fede al Decembrio ? 
e al Lomazzo’ che lo disse « stupendissimo » nel fare « ani- 
mali d’ogni sorta », anche ricordando il disegno dell’ Ado- 
razione de’ Magi, attribuito a Michelino, nell’Albertina di 
Vienna, * dove una scimmia sulla groppa d’un cavallo e due 
cervi sono segnati con mirabile precisione. 
Nel 1421 Michelino dipingeva nel Duomo di Milano col 
figliuolo Leonardo, che era pagato con mercede a parte da 
quella del padre per le giornate di lavoro. Il giovane pittore, 
continuando sulle orme paterne, firmò una Cronaca figurata 
posseduta già dal Morbio, ® ora presso C. Crespi a Milano, 
copia d’altra più antica da noi assegnata a Giusto de’ Me- 
nabuoi, maestro toscano che lasciò saggio di sè principal- 
! Non indichiamo la Madonna con la firma apocrifa di Michelino, esistente nel Tesoro 
della Cattedrale di Milano: la firma che vi è apposta è l’opera d’un falsario. 
2 Cfr. C. MAGENTA, La Certosa di Pavia, Milano, 1897. pag. 32. 
3 Lomazzo, 7rattato della Pittura, libro VI, cap. XXXII, pag. 559-60, Milano, 1585. 
4 Fu attribuito un tempo a Cimabue e a Giotto, dal Waagen a Andrea Orcagna, dal 
Wickhoff a un maestro veronese del 1430 circa, dalla Direzione dell’Albertina a Stefano 
da Zevio, dal Toe ca a Michelino. A Parigi è un codice visconteo che ricorda partico- 
larmente Michelino (Bibliothèque nationale, lat. 5888), miniato nel 1402. 
> BROCKHAUS, Leonardo da Bisuccio (Festgabe fiir A. Springer, Leipzig, 1885).
	        
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