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cartone per un occhio di vetro nella cappella di San Zanobi
nel Duomo;"* nel ’36 fece e rifece la figura di Giovanni
Acuto, nella parete interna di questa chiesa; nel ’37, quattro
teste, oggi irriconoscibili o quasi, nei canti della sfera con
le ore sulla porta principale, ’ e nel 1443-’44 altri cartoni per
i vetri della cupola del Duomo stesso. Nel ’46 dimorava a
Firenze; nel ’51 fece un tabernacolo a Santa Maria a Montici,
e nel ’52 la figura del Beato Andrea Corsini per il Duomo.
Nel ’65 si recò ad Urbino,’ ove stette sino all’ottobre del
1468, e dipinse una tavola con predella figurata con la
leggenda dell’Ostia profanata; nel 1475 morì.6
Paolo Uccello, garzone del Ghiberti nel lavoro della se-
conda porta del Battistero, e amico di Donatello, si provò ad
applicare la prospettiva per ottenere il rilievo delle figure
nello spazio. A decorazione d’una stanza di casa Medici svolse
il fatto d'arme di San Romano (1432) in tavole le quali si
conservano, una a Firenze nella Galleria degli Uffizi, la se-
conda a Parigi nel Louvre, la terza a Londra nella National
Gallery. Quest’ultima rappresenta la Battaglia di Sant Egidio,
combattuta da Carlo Malatesta in compagnia del nipote Ga-
leazzo contro Braccio di Montone che li fece prigionieri (fi-
gura 186). I guerrieri a cavallo spiccano su siepi d’aranceti
e di rose, motivo che Paolo Uccello ricavò forse dal Pisano
a Venezia. In questa città, come abbiam detto, lavorò di mu-
saico, e dall’esercizio di quest’arte gli derivò il metodo, che
si nota nel quadro di Londra, di staccare fortemente i piani di
luce e d’ombra, così che i cavalli sembrano intarsiati. È ancora
nei tre quadri di battaglia mantenne forme di gotico fiorito
nell’arrovellar lembi di drappi, nel rigonfiarli e arrotondarli in
I G. MILANESI, in nota a pag. 211 del vol. II de Ze Vite di GIorGIO VASARI (edi-
zione Sansoni, 1878.
2 Ip., in nota a pag. 212 del vol. sudd.
’ Ipn., in nota a pag. 213.
4 G. PoGgGr, op. cit., documenti 749,750, 784, 761.
5 PUNGILEONI, Elogio di Giovanni Santi, Urbino, 822 e CALZINI in L’Aste, 1901.
6 Cfr. -G. MILANESI, nota al vol. cit., pagg. 211, Di