Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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del Trecento lo trasformarono in uno stelo con tre bottoni 
chiusi di giglio; e quindi i gigli aprirono le corolle, e l’Ar- 
cangelo portò il candido fiore davanti alla Vergine salutata 
dai Padri giglio delle valli. Ma perchè, si sarà domandato 
Fra’ Filippo, l’Arcangelo va a Maria con quel giglio come 
fosse un bastone? Restava difatti nel segno qualcosa della 
sua origine, e il flessibile stelo era portato come se gli 
angioli, araldi della Divinità, portassero lo scettro de’ satel- 
liti della corte di Bisanzio. Allora egli figurò Gabriele come 
un fanciulletto coronato di rose, in atto di porgere il giglio 
fiorito alla Vergine che lo riceve confusa. 
Sin dalle opere prime giunte a noi, il pittore scuote il 
giogo iconografico, cerca libertà di forme e d’immagini. Gli 
insegnamenti del Beato Angelico si perdono nelle sue figure 
dalle teste schiacciate e quadre, dal naso corto, dalla bocca 
larga, dalle mani fanciullesche. Molte di esse par che stiano 
sospettose in ascolto, e solò si elevano alquanto se entro 
l’arte del Frate penetra un ricordo dell’Angelico. Allora si 
illuminano le carni, e la grazia veste i corpi atticciati e ne 
schiara gli aspetti. Circa il tempo in cui fece il tondo della 
Collezione Cook, l’artista eseguì l’Annunciazione della Gal- 
leria di Monaco di Baviera, in un loggiato nello stile del 
primitivo Rinascimento. Non tutte le proporzioni sono quelle 
che diverranno proprie dell’artista, specialmente nella lunga 
figura dell’Annunziata; mentre proporzioni e tipiche forme 
si trovan già nell’Arcangelo che si genuflette e nell’angiolo 
che lo segue, pure con un giglio per meglio decorar la scena. 
A seguito di questi quadri, si possono noverare la Natività 
citata nell’Accademia fiorentina, l’altra nel Friedrich-Museum 
di Berlino, la terza in quell’Accademia stessa (fig. 202). 
In tutte e tre le rappresentazioni, la Natività è espressa 
con l'Adorazione del Bambino, come già fecero Lorenzo Mo- 
naco e il Beato Angelico, ed è figurata tra le rocce a guisa 
di tronchi d’albero, sparse di lunghi e diritti fusti d’abeti e 
piante che sembrano coralli o zoofiti. Sul suolo a stratifica-
	        
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