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’ che della madre di Gesu (fig. 204). La palma data dall’angiolo
niglia è un lungo scettro, luminoso come astro dall’un dei capi;
eo di gli Apostoli non cadono portati dai venti, quasi pioggia dal
chiari cielo, nella casa della Vergine, ma arrivano sospinti dagli
rato, angioli. Il pratico frate voleva rendere verosimile il mera-
- Pal. viglioso.
;se ri- Anche. l’altra parte della predella, quella di un tratto
ovale della Viia di Sant Agostino, mostra quanta sapienza avesse
ronfie acquistato il. frate nel disegno degl’interni e nell’empirli di
luce, senza ricorrere a mostrare intero l’ambiente e con esso
a Fi- qualche parte esteriore, come fece, ad esempio, Andrea del
cana, Castagno nel Cenacolo di Sant’Apollonia. Nell’altra parte
. rela- della predella è rappresentato un Miracolo di San Frediano.
ia. Il A questi quadri fa sèguito la Madonna di Santa Croce,
trova eseguita per i Medici poco dopo compiuta quella di Santo
inche Spirito. In essa è pure lo sforzo dell’artista di dare realtà
Santo alla scena: nel fondo d’un coro, in mezzo, è il trono mar-
torno moreo, di qua e di là, davanti a marmoree nicchie seggono
o, al- i Santi, compagnia d’onore di Maria e del Bambino. Anche
nelle il Beato Angelico dette un fondo marmoreo alla tavola d’al-
nella tare di San Marco, ma di là dal fondo innalzò alberi, spirò la
centi. frescura d’un viridario. Invece Fra’ Filippo non suppose ve-
i due rosimile l’oratorio aperto, e nel fondo unito fece splendere
gono i ricchi marmi del trono e degli scanni de’ Santi, i quali non
tedra dispose diritti, come se fossero staccati dalle caselle d’un
terra. polittico, ma fece assidere come in sacra conversazione.
te di Compiuto il quadro di Santa Croce, dipinse quello di
re le Sant'Ambrogio, e lo condusse a fine nel 1447. Vi fece la /7-
inime coronazione della Vergine (fig. 205), tolta dalla gloria de’ cieli,
i tra scesa giù in un fiorito giardino di convento. Gli angioli can-
uncio tano tra i gigli, come fraticelli in coro, cinti di roséè il capo;
casa sS’ingnocchiano davanti all’altare il Battista, i Santi Eustac-
chio, Martino e Giobbe, e anche lui stesso, il pittore, con la
ea testa rasa al modo fratesco (fig. 206). Nel dipinger la tavola
egli pensò a qualche cerimonia del convento, più che alla
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