Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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e Romualdo, presso W. Weisbach a Berlino.’ Vuolsi che 
l’Adorazione sia la tavola dipinta dal Pesello, secondo il Va- 
sari, per la Signoria di Firenze; e la predella di casa Buo- 
narroti quella stessa che, a detta del Vasari, fu fatta « nella 
cappella de’ Cavalcanti in Santa Croce, sotto la Nunziata di 
Donato ». Nel primo caso, data la forma di gradino della 
tavoletta, l’identificazione è dubbia; nel secondo, pure am- 
mettendo la provenienza della predella da Santa Croce, è da 
dubitare dell’attribuzione del Vasari, che per parlar dell’ar- 
tista, ricorse al libro di Antonio Billi, nel quale doveva leg- 
gere che fu invece Frate Filippo Lippi a fare « una predella 
alla Nuntiata di Santa Croce». Del Pesello lesse che « valse 
sopra gli altri negli animali et se ne vede molti in grande 
perfectione, et infra gli altri nella casa de’ Medici, uno Lione 
a una grata, et in casa Pierfrancesco de’ Medici una spalliera 
di animali molto bella ».° Queste cose ripetè il Vasari ampli- 
ficate, insieme con una notizia erronea del Billi. che asse- 
gnava la tavola di Santo Jacopo, nel Duomo pistoiese, a Pe- 
sello e non a Francesco Pesellino, vero autore. Se si errava 
in tempi prossimi a questi artisti, molto più facilmente po- 
teva sbagliare il Vasari nell’ascrivere a Giuliano Pesello la 
predella Buonarroti, dove si manifesta il primitivo Rinasci- 
mento fiorentino del periodo 1430-1450, in un grado di svi- 
luppo che non sembra possibile il pittore raggiungesse nella 
decrepitezza. 
Francesco Pesellino, nato nel 1422 da una figliuola di 
Giuliano, vedova di uno Stefano pittore, nella giovinezza 
1 W. WEISBACH, op. cit., pag. 6 e. seg. 
2 C. v. FaABrIczv, op. cit. (pag. 32 dell’estratto); C. FrEY, Z7 libro di Antonio Billi, 
Berlino, 1892, pagg. 25-27. In queste pagine è riferita la testimonianza del cosidetto Codex 
Petrei a proposito della «predella alla Nuntiata di Santa Croce », eseguita da Filippo 
Lippi. Il Codex Magliabecchianus (C. Frey, 47 Codice Magliabecchiano, Berlin, 1892, 
pagg. 96-97) attesta pure che Filippo «nella chiesa di detti frati [di Santa Croce] dipinse 
la predella dell’altare della Nuntiata di mano di Donato, la quale stanza fece».
	        
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