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di simmetria, perchè uomini e animali si movono secondo
vuole la lor natura: un cavallo, come nella predella di Ma-
saccio a Berlino, sentendo allentate le redini, abbassa la testa
per mangiar l’erba. Ogni cosa avendo presa vita e libertà,
l’insieme si anima e l’effetto s’afforza. È così com'è resa la
pace de’ campi nella scena di Davide pastore, si fa sentire la
solennità della sua vestizione in armi davanti alla cerchia
de’ cavalli e degli astati guerrieri, la terribilità nella mischia
degli Israeliti contro i Filistei e nello scompiglio e nella fuga
dei vinti. Il 77/07n/0o di Davide non è più un convenzionale
apparato, ma tutto intorno al carro festosi caracollano i cava-
lieri e scalpitano i cavalli, intorno all’eroe ritto, fermo sull’alto
del carro come su piedistallo di gloria.
Una somiglianza più chiara con Filippo Lippi si va deter-
minando, specie nelle teste vedute di faccia o di tre quarti,
e meglio appare nella scena di un’Ambasceria della Colle-
zione Morelli a Bergamo; nella piccola Crocifissione del
Friedrich-Museum di Berlino (fig. 222); nel capolavoretto
della Madonna, presso il colonnello Holford a Dorchester-
House, in Londra; nell’ Annunciazione della Raccolta di
Sir Herbert Parry a Highnam Court, presso Gloucester ;
nel disegno dello Sposalizio di Santa Caterina, nella Galleria
degli Uffizi? Più che altrove però nella San/a Trinità con
! BERNARD BERENSON, Un’ Annunciazione del Pesellino, in Rassegna d' Arte, marzo 1905.
2 Oltre i quadri qui indicati, il BERENSON (The Florentine Painters cit., III ed., 1909)
assegna al Pesellino la Madonna con Santi (n. 11) e, con un punto interrogativo, l’ Ado-
razione de’ Magi (n. 12), quadri nella Galleria del Duca d’Aumale a Chantilly : appar-
tengono, il primo per le cattive proporzioni, gli sforzati atteggiamenti, il metallico effetto,
alla scuola del Lippi; il secondo, per le facce larghe delle figure di una grande scurità
di effetto, alla stessa scuola. Il Berenson attribuisce pure al Pesellino la Madonna col
Bambino adorato da un angiolo, coi Santi Pietro, Paolo, Domenico, Lorenzo (2), e due
angioli musicanti, nella Raccolta dell’Opera del Duomo di Empoli: il dipinto, pur ricor-
dando molto il fare dei Pesellino, tiene in sè troppi elementi masacceschi per essergli at-
tribuito. Lo stesso autore ascrive al nostro maestro la Pietà (n. 587) del Museo Poldi
Pezzoli a Milano, quadro che pure ricorda il Pesellino, ma non da presso, non tanto da
essergli ascritto ; e la Storia di Griselda (n. 11) della Raccolta Morelli a Bergamo, clas-
sificata giustamente dal WEISBACH tra le opere de’ seguaci del Pesellino (cfr. per il sog-
getto ARD. COLASANTI, Die novelle del Boccaccio nella pittura del Quattrocento in Em-
porium, vol. XIX, n. 111, marzo 1904). Il Weisbach assegna al Pesellino le Sette Arti
liberali della Collezione Wittgenstein di Vienna, senza i caratteri della nobiltà del
maestro. Infine lo stesso scrittore riproduce la Madonna col Bambino e i Santi Girolamo
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