fosse a’ suoi primi passi. Il 13 marzo ’47 Benozzo era aiuto
dell’Angelico, il quale sin dal ’45 lavorava in Roma.”
Nei mesi luglio-settembre 1447 accompagnò e coadiuvò
Fra’ Giovanni da Fiesole a Orvieto, nell’inizio delle pitture
della cappella di San Brizio nel Duomo;* e col maestro
restò a Roma sino alla metà circa del 1449. Benozzo, che
nel ‘48 aveva fatto per Orvieto un disegno per una fine-
stra,° e si era tenuto in rapporto con gli Operai del Duomo
orvietano, fu incaricato da essi di continuare la pittura in-
terrotta della cappella di San Brizio. Da Firenze, nei primi
di luglio del 1449, recò l’azzurro fino oltremarino a Orvieto,
e il 28 dicembre s’impegnò di finire a proprie spese, eccetto
i colori, un’immagine votiva d’una Nunziata, della quale
donna Gianna Giorgi avevagli data e poi tolta l’allogazione,
quando avvenne la sommossa che si chiuse con l’uccisione
del tiranno Arrigo Monaldeschi e la restituzione di Orvieto
alla Chiesa.* Da Orvieto si recò a Montefalco, dove stette
tra il 1450 e il 1452, ove lavorò per i conventi minoriti di
San Fortunato e di San Francesco.’ Nel ’53 fu a Viterbo
per le decorazioni della chiesetta di Santa Rosa, ‘ distrutte
nel Seicento, e da quell’anno al 1458 probabilmente rimase
in Roma, dove si trova come maestro noto e stimato du-
rante l’incoronazione di Pio II.7 Nel ’59 dipinse la cappella
del palazzo Mediceo, poi Riccardi, in Firenze; nel ’61, una
tavola d’altare, ora nella National Gallery a Londra, per la
Compagnia di San Marco, simile a quella eseguita dall’ An-
I BROCKHAUS, op. cit., pag. 45.
2 Luigi Fumi, /72 Duomo di Orvieto, Roma, 1891, pagg. 370, 394-395.
3 Ip., /d., pagg. 234-235.
4 ID. 10, Pag. 395:
$_CAVALCASELLE e CROWE, SZzoria cit., vol. VIII, pag. 8 e seg.
6 C. L. [CeccorTtI! LUcA], Descrizione di nove storie di Santa Rosa dipinte da B. Go=z-
zoli nel 1453 con commentario storico, Viterbo, Pompei, 1872; P. EGipnr1, 7 disegni degli a/f-
freschi di Benozzo Gozzoli in Santa Rosa di Viterbo per Nozze Hermanin-Hiusmann, 1904;
F. CRrRISTOFORI, La vita di Santa Rosa dipinta a fresco da Benozzo Gossoli nel 1453 in
Misc. Francescana, ILL, 1; R. PAPINI, L’opera di Benozzo Gozzoli in Santa Kosa di Viterbo
in L'Arte, 1910, Pagg. 35-42.
7 Mintz, Les Arts à la Cour des Papes, 1, pag. 730; GUGLIELMO PACCHIONI, Gli
inizi artistici di Benozzo Gozzoli (studio che sarà pubblicato ne L’Arte, fase. VI, 1910).