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presto sgargianti, trova qualche determinatezza nel disegno
delle forme, impronta con qualche vivezza naturalistica alcune
teste, ma rimane terra terra, ricanta canzoni monotone, ru-
mina le lezioni del Beato Angelico, narra ‘a fatica e si muove
stentatamente.
Nel 1459 egli attese a ornare la cappella nel palazzo
de’ Medici, poi de’ Riccardi, e « Iddio sa », scriveva a Piero
figlio di Cosimo il Vecchio, « che non ho altro pensiero che
«mi gravi più che questo », e soggiunge: « quel che io non
« farò rimarrà per non sapere ». Così risponde a Piero de’ Me-
dici, che criticava certi serafini nascosti e coperti da nuvoli;
e il grande impegno e le pronte critiche spronarono Benozzo
a far del suo meglio. Dette principio alla cappella dipingendo
ai lati dalla tribuna gli Angioli adoranti (fig. 230) che fendon
le nubi, mentre nel piano a destra e a sinistra pei giardini
con aiuole fiorite e siepi di rose, tra gli alti fusti di abeti,
cipressi e palme, si avanzano le celesti coorti con le ali
gemmate de’ pavoni, cantando in coro; e altre schiere ge-
nuflesse, prone, adorano umilmente il Bambino; e per i
giardini alate fanciulle, in candide vesti, recano fiori nel
grembo o li spiccano dalle siepi odorose. Questo sogno di
Natale sorprende chiunque abbia seguito Benozzo sin qui.
Nella maturità l’artista, tornato a Firenze dove il rinnova-
mento pittorico era così rapido e luminoso, stretto a far
cosa degna di sè e non indegna dei coetanei per il palazzo
de’ magnifici signori di Firenze, prese il coraggio a due mani.
Gli elementi dell’Angelico si ritrovano ancora negli angioli
adoranti e nel paese piantato di cipressi; ma gli angioli as-
sumono aspetti variati, atteggiamenti diversi, e le vesti,
tuttora scanalate, qua e là hanno pieghe spezzate, multiple,
modellate sui corpi, e il paese diventa ampio, arioso, festo-
sissimo per la fioritura dei campi e per la luce. Il pittore
sentì di dover correggere la regolarità, la conformità delle
Sue schiere angeliche, e pur senza riuscirvi pienamente,
perchè nel figurare, ad esempio, un coro di tre angioli spesso