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Bianco, limpido, terso è sempre Piero della Francesca,
anche nell’affresco di Rimini, il quale, benchè guasto dai
restauri, lascia scorgere tuttavia il segno delicatissimo che
conferisce nobiltà, quasi una nuova giovinezza, a Sigismondo
Pandolfo Malatesta, e dignità all’atteggiamento divoto, nel
quale par si elevi con le mani lo spirito del vagheggiatore
di Isotta, e severità al Santo patrono, che lo ascolta dal trono
di monarca. Non abbiamo più di Piero se non questa traccia
di lavoro sin verso il 1454, tempo in cui cominciò gli af.
freschi in San Francesco di Arezzo.
Compiuta la pittura dell’arcone d’accesso alla cappella,
dipingendovi due poderosi Santi Dottori della Chiesa, e quella
della volta, colorendo una testa d’angiolo in un quadrilobo,
a fianco del capitello d’imposta del costolone nella crociera
a destra, rappresentò nelle pareti la leggenda della Santa
Croce, secondo i racconti di Jacopo da Varagine. Cominciò
nel lunettone a destra col figurare prima, in loptananza,
Seth e l Angiolo alla porta del Paradiso; davanti, il Ritorno
di Seth col pegno del futuro perdono, col ramo dell’albero
della vita; poi il Piantamento del ramo nella bocca di Adamo
(figg. 240-241), la pianticella che crescerà e darà il segno su cui
si compirà la Redenzione. Intorno a Adamo che solleva l’egro
corpo, sta la famiglia silenziosa, triste; Eva, mentre tiene
nella sinistra il ramo sacro, regge il capo di Adamo, Seth
si appoggia al bastone e volge altrove la testa quasi non
avesse forza per guardare al povero vecchio. Ritta, con le
mani intrecciate a mezzo il corpo nudo coperto da una pelle,
una giovine guarda immobile; e con le mani strette nervo-
samente al drappo che avvolge come pallio la nuda per-
sona, un uomo nella virilità abbassa aggrottando tristemente
le ciglia.
Appresso curvano la fronte innanzi alla salma di Adamo
i figli dolenti, mentre Seth pianta il ramo nella bocca pa-
terna. A un, giovane atleta una fanciulla come smarrita
chiede del mistero che si asconde in quel piantamento; un