Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

E LIO 2: 
Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta, nato circa il 1412, 
è noto più come scultore e seguace di Donatello, che non 
come pittore. Ebbe educazione antiquata, ma l’esercizio della 
scultura lo portò a dar corpo alle figure, e i grandi esem- 
plari scultorî ne scossero la profonda sonnolenza. Collaborò 
nel 1439 con Sano di Pietro nel dipingere un’ Annunciazione 
per il Duomo di Siena, e eseguì nel 1441 affreschi per il 
Pellegrinaio; nel 1449-50, altri affreschi nelle due volticelle 
mediane del Battistero, con mezze figure entro nicchie; 
nel 1457 dipinse un’ancona, ora agli Uffizi, e nel 1461 la Ma- 
donna del Manto, nel Palazzo Pubblico. Quest’ultima richiama 
ancora Sano di Pietro in parecchie teste di devoti, quantunque 
abbiano occhi sbarrati, ma alla fin fine mostra che lo scul- 
tore, mutato lo scalpello nel pennello, si sentiva vincolato 
a vecchie forme, e per forza d’inerzia ripeteva tipi che si 
riscontrano in Domenico di Bartolo e in Sano di Pietro. 
Prima, nel grande affresco dell’Ospedale della Scala, dove, 
nel centro d’una chiesa a tre navate, vedonsi i trovatelli 
salire una scala al sommo della quale la Vergine li accoglie 
benigna, il Vecchietta sfoggia forme classiche nell’architet- 
tura, ma imposta male le figure diritte tra i pilastri. E poi 
nel Duomo di Pienza, nel trittico con l’Assunta nel mezzo, 
ricorre alla tipica composizione del Sassetta senza avvolgerla 
della vaporosità di quel maestro. Negli sportelli laterali si 
sforza di dar carattere scultorio alle figure de’ Santi, tanto 
alte da toccar quasi le arcate a lacunari, e meglio riesce 
nella nicchia con il semicatino a conchiglia, figurando Santa 
Caterina di Stena, nel Palazzo Pubblico (fig. 281). Forse, col 
progredire dell’arte e degli anni, intento a scolpire statue e 
a far modelli di fortezze, ricorse meno ai pennelli, e la forza 
nuova che gli veniva dalla scultura non rinsaldò le sue forme 
pittoriche. * 
* Nel BERENSON (The Central Italian Painters, Il ed., G. P. Putnam’s Sons, New York, 
London, 1909) è un diligente catalogo delle opere del Vecchietta. Cfr. anche a proposito 
di quest’artista: MASON PERKINS, Un dipinto dimenticato del Vecchietta (nell’antica 
chiesa di Sant’Ansano in Castelvecchio, in Siena) in Rassegna d' Arte senese, Il, pag. s2.
	        
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