natale Pier della Francesca giganteggiava, Matteo conti-
nuava a stampar Madonne allungate (fig. 282-283), dalla fronte
sporgente, e bambini con enorme sviluppo craniale, e a
placcar d’oro le scene, togliendo con le lamine auree ogni
a effetto di distanza e di rilievo.
i Quando nel 1487 tornò a Borgo San Sepolcro per as-
i sumere la tavola della chiesa de’ Servi, Pier della Francesca
i aveva perduto la luce degli occhi; ma la luce irradiavasi
intorno dalle sue opere solenni, e faceva apparir inanimate
quelle del concittadino. L’Assunta che dipinse per quella
chiesa ricorda l’altra da lui eseguita, ora nella National Gal-
lery di Londra, e gli elementi della composizione richia-
mano quelli che Giovanni di Paolo e il Vecchietta raccolsero
dal Sassetta. E così nell’arte di Matteo stagnarono le forme
tradizionali della pittura senese.
Come in Matteo, così nel seguace Guidoccio di Giovanni
Cozzarelli," di cui si conservano alcuni quadri nella Galleria
di Siena (n. 367, sala IX; nn. 296 e 297, sala VD), altri in
molti luoghi del senese (fig. 284), e tra i tanti, parecchi con
date dal 1480 al 14095.
Molti altri pittori, oltre quelli nominati, spuntano qua
e 1à, ligi alle tradizioni invalse nell’arte pittorica senese:
Pietro di Giovanni Pucci, seguace del Sassetta ne’ quadri
del coro della chiesa dell’Osservanza, di San Francesco di
Lucignano, ecc.; Cecco di Giovanni, pure dipendente dal
Sassetta e da Giovanni di Paolo nel quadro citato di Castel
Fiorentino; Pellegrino Mariano Rossini, anche lui derivato
dal Sassetta, e Andrea di Niccolò di Giacomo ristampanti
forme ristampate da Sano di Pietro.
Non s’arrestò quel moto quasi meccanico della pittura
senese neppur quando giunsero i più evoluti maestri senesi,
come Benvenuto di Giovanni del Guasta, Neroccio di Bar-
tolomeo Landi e Francesco di Giorgio Martini.
1 Intorno a lui, cfr. ODOARDO GIGLIOLI, Una tavola di Guidoccio Cozzarelli a Piti-
oliano in Rassegna d'Arte, V, pag. 174.
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