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at- chitetto servì per determinare il teatro, dove si svolsero le
ni, storie del Santo, nei tanti quadretti limitati da serie di fer-
magli gemmati uniti da perle, come da regale collana; ma
le figure che popolano i quadretti stessi non sono tutte di
Neroccio. Gli appartengono quelle della Nascita citata e le
altre che rappresentano la Guariwione della sterilità d'una
donna (n. 9); le altre sono invece di maestri umbri che in-
Fig 288 — Firenze, Galleria degli Uffizî.
Neroccio e Franceseo di Giorgio Martini: Particolare d’una predella con episodi
della Vita di San Benedetto — (Fotografia Alinari).
dicheremo a suo tempo.* Sopra una porta trionfale, in una
tavoletta, è la data A. D. MCCCC.LXXII. Poco prima,
quindi, di separarsi dal compagno, Francesco di Giorgio
Martini lasciò così un rarissimo esempio delle tendenze di
architetto, che lo animavano anche nello studio di pittore.
Nel 1475 abbandonò la bottega di Neroccio, e quasi affatto
el l’arte della pittura e della scultura, per darsi tutt’anima al-
ci,
ii 1 A. VENTURI, Studi sull’Arte umbra del’400 in L’Arte, 1909, pagg. 188-202.
VENTURI, Storia dell’ Arte italiana, VII. 33