Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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ternita dei Disciplinati in San Domenico di Perugia, ora nella 
Pinacoteca Civica (fig. 291). Egli sembra un ragazzetto che si 
sia provato, secondo le regole apprese dalla grammatica di 
Prisciano, a fare il suo compito, a dipingere i serafini come 
fanciulli sui banchi d’una scuola, la Vergine come una bimba 
in veste lunga e che fa da mammina, i Santi patroni, ingenui, 
infantili, gli angioli come piccole marionette dal collo lungo, 
dalle boccucce aperte, dai capelli a riccioli, tutti savî, obbe- 
dienti, composti a dovere. Nella predella, le piccole figure 
rappresentanti l’A7resto, |’ Andata al Calvario, la Crocifissione, 
sono fatte come a fascetti di paglia sui quali sien collocate 
teste dai grandi occhi, dai grandi zigomi, dalle piccole labbra. 
Di Giovanni Boccati altri tre dipinti sono nella Pinaco- 
teca perugina e una ‘età con la data del 1479, ne’ quali 
è qualche analogia alle forme prime di lui, ma inoltre un 
senso d’ordine, una struttura più determinata, una bellezza 
coloristica (ad eccezione del n. 24 che si approssima alla 
Madonna del Pergolato), quale il suo primo quadro non 
avrebbe mai fatto supporre In uno di essi, nella Madonna 
dell’ Orchestra, sotta un’edicola attorniata d’angeli (fig. 292) 
e in un altro simile dipinto del Museo di Aiaccio in Corsica, 
si notano ricordi di un altro maestro senese, Lorenzo di Pietro 
detto il Vecchietta, e degli angioli di questo pittore intorno 
all’Assunta nel trittico della Cattedrale di Pienza. Perfino la 
base del trono, curva nel mezzo e a marmi commessi, 
può ricordarne altre che si trovano nei quadri di maestri 
derivati dal Vecchietta, per esempio, in Matteo di Gio- 
vanni. Convien dire che dalle forme senz’ossa del dipinto 
eseguito per i Disciplinati di San Domenico, il Boccati passò 
più tardi ad altre più ragionevoli e salde, conformandosi a 
modelli di pittori senesi, come il Vecchietta, più freschi e 
più nuovi, ma aggiungendo di proprio il sentimento della 
dolcezza e dell’ingenuità infantili, il giuoco fcestosetto de’ colori. 
In un’altra tavola, un tempo nella cappella di San Savino 
in Orvieto, oggi nella Galleria nazionale di Budapest, Gio-
	        
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