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in ascolto delle parole dell’Arcangelo. Il pensiero laico che
col Pesellino già prendeva il soprayvento sul religioso, anche
qui si afferma nella rappresentazione di Maria, e già segna
la via che a gl’inizii Leonardo batterà nell’Annunciazione
di Maria della Galleria degli Uffizî. Nella modellatura, il Bal-
dovinetti non ha raggiunto ancora la forza che poi gli sarà
propria, specialmente nelle carni brune, qui schiarate da
piccole luci bianche.
A questo tempo primitivo del PBaldovinetti conviene
ascrivere le opere che lo dimostrano seguace di Domenico
Veneziano. Alcuni principî artistici comuni a lui e a Piero
della Francesca ci fan comprendere gli insegnamenti di
quel maestro, meglio di quanto si desuma dalle scarse sue
opere. Dalla Madonna adorante il Bambino steso sulle sue
ginocchia, ancora a tinte piatte, della Collezione di Madame
André a Parigi, si giunge all’altra Madonna della Colle-
zione Berenson e a quella del Museo del Louvre, dove gl’in-
flussi di Domenico Veneziano sono più manifesti. L’ultima
Madonna (fig. 308) appare in un’atmosfera piena di luce, con
un velo come di rugiada, con ombre tenui sulle carni e lumi
dolcissimi, tali da produrre nell’insieme l’effetto di figura
immateriale: il Bambino, di proporzioni troppo piccole ri-
spetto a quelle della Vergine, sta sul davanti sopra una ta-
voletta marmorea, su cui è accuratamente posato un legge-
rissimo velo. Egli guarda la Madre e tende a lei la sinistra
che tiene per un de’ capi una fascia arrotolata più volte
intorno al suo corpicciuolo, mentre poggia la testa sopra un
roseo cuscinetto. Il paese è quasi a monocromato: un’am-
plissima pianura, quasi punteggiata da cespuglietti, con al-
beri e arboscelli bruni a destra, come bruciati dal sole,
corsa da strade e da un torrentello che serpeggia allargan-
dosi qua e là in laghetti; case e castelli si alzano sul piano
limitato all’orizzonte da lievi montagne grige; un monte
coperto come d’un vello verde si eleva a sinistra; leggiere
nuvole volano come bianchi veli nel cielo limpido. Quella
Se
