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i tellante sulle esili gambe, s’attacca al braccio dell’Arcan-
gelo e si lascia rimorchiare. Rette e rigide sono le linee
delle pieghe, a raggi le dita delle mani dall’apparenza di
tentacoli da polipo, viscidi e poco fusi i colori, bruno e bi-
Fig. 317 — Firenze, Galleria degli Uffizî.
Antonio e Pietro Pollaiuolo: Tavola già a San Miniato al Monte.
(Fotografia Alinari).
tuminoso l’ampio paese del fondo, l’estesa vallata che si
perde nell’orizzonte lontano.
Quest’opera è in gran parte di Piero, come l’Annuncia-
s10ne del Friedrich-Museum di Berlino, dove l’artista, ligio
all’arte del fratello, aggira forzatamente linee e contorni,
curva, tondeggia a fatica le forme dell’angiolo e della Ver-
gine, la quale spicca sulla parete ornatissima, come di cuoio
stampato, della stanza claustrale.
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