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98, non è possibile, e così non è dato attribuirgli le altre pit-
he ture della Galleria pratese: la Madonna con quattro Santi
a» su fondo d’oro (n. 19), l’Annuncio della morte alla Vergine
sto (n. 24), la Crocefissione (n. 15). Evidentemente Fra’ Filippo
era ebbe a Prato cooperatori, tra i quali non sì riesce a distinguere
nte chiaramente Don Diamante. Ma nella Cappella Sistina, in
ina vece che ne’ Pontefici dipinti sui grandi campi ad affresco,
tre i quali mostrano la mano di seguaci del Botticelli e del
‘di Ghirlandaio, sembra che uno scolaro del Lippi, quindi Don
di Diamante, si riveli nella grande scena della Sonmersione di
{UV Faraone, attribuita a Cosimo Rosselli e principalmente al
se- suo garzone, appena ventenne, Piero di Cosimo.’ Non è sup-
i? ponibile che in talè età questi fosse giunto a tal grado di
Ha sviluppo da vincere il maestro, mentre nelle meschine com-
me posizioni dipinte da Cosimo non si mostra, forse se non in
asi pochi tratti, e tutto ligio al maestro. Si aggiunga che Piero
ile,. si presenterebbe a noi nella Sommersione cooperatore e ad
ola un tempo differente dal Rosselli nella maniera e nell’indirizzo
tre artistico.
i), Lo sfondo della scena della Sonmersione (fig. 327) è
ta- aperto, ampio, con distanze lontane e profonde, con luce
da, uscente dagli atri cumuli delle nubi tempestose. Tutti 1 piani
ae- indietreggiano molto più che nelle scene del Rosselli, e lo
ate sminuire delle proporzioni delle figure, a seconda del digra-
dare del piano, è misurato assai più che non ne’ quadri di
o di quel pittore. La forma delle rupi erte, a strati nudi, a scaglie,
a manca nel Rosselli o in Piero di Cosimo, ed è forma più ar-
‘chè caistica di quel che sieno i cumuli di terra arborati del Ros-
si
‘102. a Fra’ Diamante, dicendo che «il fondo denso e naturalistico del dipinto mostra la mano
‘che stessa che condusse il pennello nell’affresco della Natività di Spoleto ».
arlò 1! Lo STEINMANN (Die Sixtinische Kapelle, Miinchen, 1901) assegna a Fra’ Diamante
om- alcune figure di Pontefici; e prima gliene assegnarono altre l’ULMANN (op. cit., pag. 91),
e lo SCHMARSOW, in Francisci Albertini opusculum de Mirabilibus novae urbis Romae,
ante Heilbronn, 1886, pag, 13.
iene 2 Il Vasarri l’attribui a Cosimo Rosselli; lo STEINMANN (op. cit.) al Rosselli e a
Piero di Cosimo; per ultimo l’ HoORNE (op. cit., pag. 91) lo trova «chiaramente ghirlan-
viltà daiesco per carattere e di un’esecuzione erroneamente assegnata a Piero di Cosimo ».