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ee nabuoni in un quadro (1488) che di recente dalla Collezione
sadia Kann di Parigi passò in quella Pierpont Morgan a Londra;
pere fece un San Pietro per la chiesa di Stia in Cosentino, man-
i datovi dallo Spedale di Santa Maria Nuova (1488), e co-
anti. minciò il musaico dell’Annunciata sulla porta detta della
Cap: Mandorla, in Santa Maria del Fiore (1489-90).
lla: Per eseguire tanti lavori Domenico Ghirlandaio si valse
Ba- del fratello David, di Bartolommeo di Giovanni, indicato
tatto dal Berenson come « Alunno di Domenico », di Bastiano
gere Mainardi da San Gimignano, fedele discepolo e poi cognato
è Le per averne sposata la sorella Alessandra, di Francesco Gra-
nella nacci, di Jacopo dell’Indaco e d’altri. Con tanti collaboratori,
ud, con tanti pennelli Domenico potè eseguire le innumerevoli
von commissioni. Pochi anni gli rimasero di vita dopo il compi-
infta, mento del coro di Santa Maria Novella, ma l’infaticabile
Ga maestro prese a fare altri affreschi in quella chiesa, nella
a Fi cappella Baroncelli e Bandini (1490), e la tavola della Visz-
ndis- tazione, per la cappella di Lorenzo Tornabuoni, nella chiesa
senza di Cestello (Santa Maria Maddalena de’ Pazzi), adesso nel
gesae Louvre (1491). Presentò inoltre un disegno per la facciata
della di Santa Maria del Fiore (1491); ricevette l’allogazione di
No- musaici per la cappella di San Zanobi nella chiesa stessa
San (1491); dipinse co’ suoi aiuti la tavola di Santa Attinia e
), res Santa Greciniana, in San Giusto di Volterra (1492); ac-
daria cettò di rifare e restaurar musaici nella facciata del Duomo
s1ore d’Orvieto (1492); lavorò a Pisa, in quella Cattedrale, angioli
li un nella grossezza dell’arco della tribuna e l’ Incoronazione nella
segui sala dell’Opera. E se si pensa che molte altre pitture qui
garan non si noverano perchè senza data, parrà prodigioso il maestro
degli che, secondo il Vasari, disse una volta al fratello David:
Tor- « Lascia lavorare a me, e tu provvedi; chè ora che io ho
sei cominciato a conoscere il modo di quest’arte, mi duole che
linerva, non mi sia allogato a dipignere a storie il circuito di tutte
ea ca le mura della città di Fiorenza ».
Morì di peste l’11 gennaio 1494; e leggesi in un regi-