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quale si trasfigurò in forme fiorite del Rinascimento, in una
basilica avente nel fondo la loggia detta di San Paolo, la
medesima che sta di fronte a Santa Maria Novella, fian-
cheggiata da palazzi terminati a terrazze. Nel tempio vanno
i giovani a portare agnelli per il sacrificio, e davanti ad esso
un sacerdote respinge Gioacchino, che, stretto l’agnello al
petto, si allontana guardato. da spettatori fiorentini, adunati
ai fianchi della scena. Qui non è però la mano di Dome-
nico; le forti figure a - destra (figg. 440-441) con sbattimenti di
luce e d’ombra nei volti sono probabilmente di David, sup-
posto autore del mirabile affresco della Morte di San Fran-
cesco in Santa Trinita; mentre le figure del fondo e i per-
sonaggi a sinistra, per il tondeggiar delle teste e le torbide
tinte richiamano Bartolommeo di Giovanni, il sacerdote
che scaccia Gioacchino, e Gioacchino medesimo, nelle pesanti
forme sculturali, richiamano Bastiano Mainardi. Appresso è
figurata la Nascita di Maria (figg. 442-443), in una bella
stanza ornata di tarsie e di bassorilievi maiolicati con fan-
ciulli musicanti e danzanti; una fante culla la neonata nelle
braccia, e le sorride, mentre la bambina si porta un ditino
alla bocca. Un’altra fante ed Anna seduta sul letto si vol-
gono verso una giovinetta fiorentina, Ludovica Tornabuoni
(fig. 444), vestita di broccato, seguita da quattro donne:
nel fondo, a destra, al sommo d’una scala, come già fece
Filippo ‘Lippi nel tondo della Galleria Pitti, Anna e Gioac-
chino s’abbracciano sul limitare della porta di casa. E qui è
veramente Domenico Ghirlandaio nella sua eleganza fioren-
tina, nella bontà familiare, nella fusione delle tinte vaghis-
sime.
Al secondo ordine della stessa parete a sinistra sono
figurate la Presentazione di Maria al tempio e lo Sposa-
lizio. In questa scena, ispirata pure alle composizioni tre-
centesche di Taddeo Gaddi e di Giovanni da Milano in
Santa Croce, come risulta evidente per gli arcaici omun-
coli del primo piano, si rivedono le figure dei vecchi dalla