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de’ capelli della Vergine, nella
fine cute delle mani, nello stu-
diato drappeggio, nel fremito
delle erbe, nei colori viscidi
che il Verrocchio gl’insegnò.
È probabile che il dipinto sia
Stato eseguito intorno il 1472,
quando Leonardo ventenne
vide il Verrocchio collocare
in San Lorenzo la tomba Me-
dicea, della quale è qui nel
leggio un evidente ricordo.
Più tardi, nel quadretto
dell’Azzzunciazione del Mu-
seo del Louvre (fig. 491), forte
della sua personalità, Leonar-
do modificò la composizione
suggerita dal Verrocchio,.
La compose con varianti
da quella degli Uffizî, e po-
teva solo replicare una cosa
propria, egli che bandì: « di-
co ai pittori che mai nessuno
deve imitare la maniera del-
l’altro, perchè sarà detto ni-
pote, e non figliuolo della
natura, perchè, essendo le co-
se naturali in tanta larga ab-
bondanza, piuttosto si deve
ricorrere ad essa natura che
ai maestri che da quella hanno
imparato ». La ripetizione del-
l’Arcangelo dalla grande A77-
nunciazione degli Uffizî nella
piccola del Louvre, è l’indizio