Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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sicuro che entrambe furono eseguite da Leonardo in due 
diversi momenti. Gabriele è ugualmente atteggiato con 
la sinistra che tiene il giglio abbandonata sul ginocchio 
sollevato, e con la destra benedicente. Ancora simile è 
il modo di dividere la campagna dal viridario con un basso 
stilobate, interrotto in un tratto, e così di rappresentar 
Maria sulla soglia della camera, avanti alla casa della quale 
si vede solo la parte inferiore. Leonardo si giovò dei ma- 
teriali della sua educazione nella piccola Annunciazione elabo- 
randoli. Nel fare la Vergine inginocchiata, china, con le braccia 
conserte al seno, si avvicinò più alla comune rappresenta- 
zione, all’idea della Vergine « umile e pia più che creatura »; e 
nel toglierle intorno i segni di grandezza, nel ridurre il 
leggìo a forme meno nobili, nel mettere panche di legno 
contro alla parete della casa, pensò come non fosse lode- 
vole quella figura in cui non apparisca evidente l’atto che 
corrisponde all’< affetto dell’anima », e insieme con la trasfor- 
mazione dell’immagine, pensò a quella del luogo in altro 
monacale corrispondente al carattere della pia suora. Nella 
composizione del Louvre è un’intima elaborazione dell’altra 
degli Uffizi, eseguita quando la forma di Leonardo era pie- 
namente avvivata dal sentimento, e la tecnica studiava dol- 
cezze e profondità d’ombre. Anche ne’ particolari, in ogni 
modificazione, si nota lo studio fine dell’artista giunto rapi- 
damente a grandezza. Non più gli alberi veduti interi dietro 
lo stilobate, ma neri lecci tagliati dalla linea superiore del 
quadro, così da formare arcate di verde, dietro le quali si 
stende la campagna; il piano del viridario a fiorellini rosa 
e azzurri è più sollevato, onde meglio domina lo sguardo 
nel cielo luminoso di un chiarore mattinale rosato dietro i 
monti e il piano avvolti nell’azzurro. 
La composizione dell’Anz2unciazione, quale fu determinata 
da Leonardo, rimase esemplare, più di tutti a un verroc- 
chiesco, forse Francesco Botticini, che fece il piccolo qua- 
dretto della Galleria dell’Accademia di Belle Artj a Firenze 
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