Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 1)

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prototipo del Verrocchio i bianchi lucidi, le ombre intense, il 
massiccio volume dei lineamenti, delle guance, delle palpebre, 
dei riccioli densi attorti, danno apparenza di statua bronzea, a 
tutto tondo; il disegno di Leonardo attenua il rilievo, con la 
mobile penombra che avvolge d’aria la testa e imprime spiri- 
tualità profonda allo sguardo: le palpebre lievi, la cute sottile 
trasformano la superficie bronzea in superfice di seta; i riccioli, 
non aggroppati in nodi serpentini, ma liberi nell’aria, ora at- 
torti a chiocciola, ora sparsi e radi, compongono al volto una 
cornice di vita fantastica. La rotondità greve del disegno è 
sostituita da una forma lunghetta, di aristocratica finezza, non 
più turbata dall’accento dello zigomo; l’arco che abbraccia la 
curva del sopracciglio e del naso, tracciato da un segno lieve, 
interrotto, accorda la sinuosità del profilo alle volute profonde 
dei riccioli: appena un tocco di matita sulle nari dilatate dal 
respiro, sul velluto delle labbra, sull’iride, mette un accento 
nella gradazione soavissima dall’ombra alla luce. La testa è 
la stessa, eppure il tocco delicato, un aliar d’ombre trasparenti 
mosse dall’aria, qualche mutamento di proporzioni, bastano 
al miracolo della trasformazione: la testa grossa e quasi volgare 
del disegno verrocchiesco, con lineamenti massicci e corti, di- 
viene immagine di nobiltà e di spirituale grazia. 
Ma più sorprende che il disegno di putto nel rovescio del 
foglio, dove appare la fine delicata testa d’angiolo (fig. 27)", 
non abbia ancor svelato la sua gloriosa paternità, che porti 
ancora il nome di uno scultore, solo per eccezione pittore, 
questo delizioso primo esempio dell’arte del pastello. È lo stesso 
florido bimbo che vediamo seduto sulle ginocchia della Madonna 
del Fiore, nel Romitaggio di Pietrogrado, con la grossa testa 
quasi ignuda, la molle bocca di poppante, il collo breve, ma 
davanti alla intensa vita del disegno e alla inarrivabile pasto- 
sità, potremmo dir, di colore, impallidisce l’immagine dipinta. 
Nel quadro, contemporaneo al meraviglioso schizzo, l’arte di 
I Raccolta cit., Olscki, Firenze. 
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