come La datazione al periodo milanese aumentava i dubbi sull’ori-
psona, gine leonardesca dell’altro discusso ritratto, noto sotto il titolo
ì sgu- di Belle Ferronière (fig. 40), origine evidente invece quando lo si
collochi tra le opere della giovinezza, dopo la Dama dell’ Ermellino.
Si vide nell’assenza dello sfumato una ragione per cancellar la
pittura dal ciclo delle opere leonardesche,* eppure è appunto
lo sfumato che toglie alle carni ogni vivezza di colore, distrugge
il corallo delle labbra, l’incisivo contorno fiorentino. La sclerotica,
specialmente dell’occhio sinistro, si tinge di rosso, come se il
color della veste, scaldata la spalla sinistra, si riflettesse nel-
Fig. 41 — L.: L’Annunciazione, nel Museo del Louvre.
(Fot. Alinari).
l’occhio e sulla gota; così i gelsomini della Madonna del Fiore tin-
gono la loro bianchezza ai riverberi cilestri e aurati della veste
azzurra e del tramonto che colora la Vergine e il Bambino. Il
principio leonardesco di avvolger l’immagine in luce di tra-
monto è applicato pienamente: la doratura tutto invade, le
carni di soffice felpa e i capelli castano dorati, la veste rosso oro,
di velluto morbidissimo, con nastri d’oro vecchio e orlatura verde
a ricami aurei, persino la canutiglia di vetro dorato e nero, che
1 Dal PAprr DAN, Le trésor des merveilles de Fontainebleau, Paris, 1642, p. 135, è in-
dicato il ritratto, oggi comunemente conosciuto per la Belle Ferronière, tra le opere
di Leonardo, quale «portrait d’une duchesse de Mantoue ». Fu chiamato ritratto di Lu-
crezia Crivelli da Gault de Saint Germain, di Elisabetta Gonzaga, duchessa di Urbino, dal
redere MUNnTzZ, di Beatrice d’Este dall’HEeweErtT (in The Burlington Magazine, 1907), ma per la
prima ipotesi non c’è fondamento, per la seconda e la terza i confronti iconografici danno
Vinci, risultati contrari. La discussione avvenuta a Parigi, a proposito d’un preteso originale
LAd esistente in America, mise in chiaro per tutti la originalità, la bellezza, il valore proprio
Ado- a Leonardo. del quadro del Museo del Louvre (cfr. A. VENTURI, Leonardiana, II, in
L’Arte, 1924).