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‘ressi L’opera demolitrice del tempo e dell’incuria non solo pesò
Ito e sulla Cena, ma quasi distrusse le immagini di Ludovico il Moro
e di sua moglie Beatrice (fig. 92) coi figlioletti, dipinte da
Leonardo nella Crocefissione del Montorfano, e lasciò solo qualche
traccia, purtroppo adoperata per una ricostruzione moderna,
dell’ornamento che un tempo copriva la volta della Sala delle
Assi nel Castello Sforzesco, e che possiamo immaginare, basan-
doci sulle ghirlande nelle lunette del Refettorio di Santa Maria
delle Grazie, come un viluppo inestricabile di rami e tronchi
Fig. 95 — Paliotto del Museo Poldi Pezzoli.
Ricamo su disegno di Leonardo da Vinci.
legati da funicelle, una selva di fogliame aperta per minuti e
sparsi trafori sul chiarore del cielo.
Prossimi al periodo milanese sono due ritratti, uno nella
Biblioteca Reale di Windsor (fig. 93), a punta d’argento, dal segno
sottile come fil di seta, quale vedemmo appunto nello studio
di Madonna al Louvre, l’altro, eseguito appena Leonardo
abbandonò Milano, nella stessa posa — di tre quarti il busto,
di profilo il volto —, già vicino per tenerezza di modella-
tura alla Gioconda. È il cartone del ritratto d’Isabella d’ Este al
Louvre (fig. 94), tra le più delicate attuazioni di chiaroscuro
se. sfumato: la massa crespa della chioma addensa ombreai contorni
del volto; fioche vibrazioni di luce muovon la penombra che inte-
ombra nerisce le carni, infondendo all’immagine dal tenue sorriso velata
grazia di pastello.