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Leo - mani che afferran le spighe, nello sfavillìo dei riccioli, nei vi-
> dal- venti cespi delle chiome. Si confronti la gonfia massa della ca-
‘ppoli pigliatura di San Giovanni nel quadro del Louvre, con quella
delle che ricade sul collo dell’efebo nell’angolo a destra, intento a
°ntini spiccare un grappolo: sarà un elemento aggiunto a prova della
ìo dei nostra convinzione che il meraviglioso paliotto segni una nuova
i cui traccia dell’opera di Leonardo nella Milano di Ludovico il Moro.
Fig. 1o1r — Particolare del paliotto citato.
Nel febbraio del 1505, a Firenze, Leonardo aveva finito il
li vite, cartone della Battaglia d’ Anghiari, di cui soli disegni sicuri
>re ha son due studi di teste, una senile (fig. 104), la stessa del car-
SCOr- tone, una di giovane (fig. 105), pure con la bocca spalancata
he ab- dal grido, sopra un foglio del Museo di Budapest. Il selvaggio
udiato profilo d’uomo nel disegno citato per l’Adorazione de Magi della
degli Biblioteca di Windsor, con la bocca ferina squarciata dall’urlo,
Ra maschera di crudeltà, non a caso posta accanto a una testa
corpi, famelica di leone, ritorna al pensiero davanti al vecchio com-
> delle battente di Budapest. Nè possiamo fissare i lineamenti bellis-