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ventenne, la bottega paterna, per entrare in quella di Cosimo
Rosselli, che gli dette i primi rudimenti dell’arte.
Sopravvenne allo studio Baccio della Porta, al quale si legò
d’amicizia, tanto da seguirne i passi, allorchè il condiscepolo,
maturo nell’esercizio pittorico, uscì dalla scuola di Cosimo.
La società dei due giovani pittori venne presto sciolta per-
chè Baccio era partigiano di Girolamo Savonarola, Mariotto
della fazione contraria, degli Arsrabbiati; ma, bandito da
Firenze Piero. de’ Medici, nell’anno 1494; l'Albertinelli, ri-
masto senza il magnifico patrono, tornò al compagno, che eser-
citava su di lui un gran fascino. Il compagnaccio e il piagnone
strinsero di nuovo società, e insieme frescarono, l’anno 1499, il
Giudizio finale, nella cappella del cimitero dell’Ospizio di Santa
Maria Nuova; ma quando lavoravano intorno a quell’opera,
Frate Girolamo Savonarola era venerato dai fratelli martire
della fede. E Baccio della Porta, lasciata all’Albertinelli la cura
di compier l’affresco, sciolse il voto, fatto nei giorni dell’assedio
al convento, partendo per Prato al noviziato di frate dell’ordine
dei Predicatori. Mariotto Albertinelli rimase di nuovo senza il
compagno, e perciò, al dir del Vasari, « quasi smarrito e fuor di
sè stesso »: e sì strana gli parve la novella del divisamento del-
l’amico « che, disperato, di cosa alcuna non si rallegrava; e se in
quella parte Mariotto non avesse avuto a noia il commercio de’
frati, de’ quali di continuo diceva male, ed era fatta parte che
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