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teneva contro la fazione di frate Gerolamo da Ferrara, avrebbe
l’amor di Baccio operato talmente, che a forza nel convento
medesimo col suo compagno si sarebbe incappucciato egli
ancora ». Vuolsi che il Vasari abbia esagerato; eppure a Mariotto
erano consegnati da serbare in usufrutto tutti i beni dell’eredità
del padre di Frate Bartolommeo: case, vigne, terre e boschi, e
perfino un buon gruzzolo di fiorini depositati in sul monte del
Comune di Firenze. Presso di lui fu per sei anni acconcio Piero
di Paolo del Fattorino, fratello di Frate Bartolommeo, perchè
fosse erudito nell’arte; e Mariotto si obbligava a ospitarlo, a
nutrirlo, a vestirlo, e a dargli anche, per le sue spese, alcuni soldi,
però non più di sette al mese. L’usufruttario infine assumeva
l’obbligo imposto agli eredi di far celebrare un ufficio funebre per
l’anima del padre di Frate Bartolommeo e di Piero, sostenendo
due lire di spesa e fornendo anche, per la cerimonia, due libbre
di cera.
Dal 1505 Mariotto Albertinelli iniziò la tutela e l’educazione
di Piero del Fattorino, fratello di Fra’ Bartolommeo, ma non durò
gran fatto nella cura, sia che Piero si allontanasse da lui, sia
che Mariotto rinunciasse al suo impegno; e, nel 1509, tornò al
vecchio compagno, a Fra’ Bartolommeo, per collaborare ai suoi
quadri nel convento di San Marco, nello studio ove si educavano
Fra’ Paolino, Frate Andrea e Frate Agostino, Benedetto Cian-
nini, Gabriele Rustici e Cecchino del Frate. La nuova società
durò sino al 5 gennaio 1513,” tre anni, nel qual periodo i due pit-
tori eseguivano la Vergine tra due santi, nella Cattedrale di Lucca
(1509), lo Sposalizio di Santa Caterina, al Museo del Louvre
(1511), la tavola della Certosa di Pavia (1511), la pala d’altare
della Cattedrale di Besancon (1512), la tavola per la chiesa di
Santa Caterina di Pisa (I5II), ecc. Scioltasi la società, Mariotto
Albertinelli, prese « in odio », scrive il Vasari, «le sofisticherie e
gli stillamenti di cervello della pittura, ed essendo spesso dalle
1 Il P. Vincenzo Marchese scrive che la Società fu sciolta il 5 gennaio 1512, ma secondo il
computo de’ Fiorentini, e cioè, il 5 gennaio 1513. Ricordiamo che la data inscritta sulla
cimasa del quadro di Besancon, eseguito da Mariotto e da Fra’ Bartolommeo, è del 1512.