© del grande libro bianco, l’immagine di Giuseppe, che si spro-
i fonda nell’atmosfera penetrata dai chiari riflessi della pietra.
2 La testa paffuta del bimbo, in una posa tutta di sghembo, adatta
allo scivolio della luce, e più la testa della Vergine, sono deter-
minate nella fine e diafana modellatura, volumi senza peso, ma
nitidi e precisi; la testa di Giuseppe non ha rilievo, non ha deter-
minatezza, sembra sfogliarsi, tenue, incorporea, nel diffuso chia-
rore del fondo. Alle gradazioni spaziali risponde, più che in
altra opera fiorentina, gradazione di determinatezza volumetrica:
l’aria attrae nelle sue lontananze la forma, muta l’apparenza dei
corpi, disgrega la compattezza delle superfici.
Purissima, nella sua elementare espressione, l’inquadratura
architettonica: un grado di base, la cui cornice corre parallela
alla cornice inferiore della lunetta; una parete nuda di fondo,
fiancheggiata da due lesene; un alto zoccolo i cui sproni chiu-
dono simmetricamente la scena. Tra quei due sproni alaba-
strini di pietra, che restringono il campo, si sentirebbe lo squi-
librio portato dal peso del piramidale gruppo di Maria col
Bimbo, per il suo spostamento in rapporto all’asse della lunetta,
se l’immagine di Giuseppe, ingrandita dal sacco, non ne rie-
cheggiasse, in distanza, i contorni, come ombra riflessa dal
gruppo nel chiarore dell’atmosfera.* Ogni cambiamento di di-
rezione nelle pose, la disposizione di ogni oggetto nello schema
compositivo nuovo all’arte toscana — il libriccino sul grado, il
volume tra le mani di Giuseppe — sono indispensabili all’unità
di insieme. E come soluzione del problema di decorare una
lunetta, non di un rabesco superficiale di linee, quale usarono
i pittori del Quattrocento, tranne Luca Signorelli, ma in profondo,
il lunettone dell’Annunziata è certo tra le migliori che vanti
il Rinascimento. L’armonia dei colori, a un tempo, è tra le
più delicate di Andrea: il rosa intenso che si alterna con rosse
aiuole d’ombra nella veste a cartoccio, dà alla gonna della
I Un disegno per la figura di San Giuseppe si vede nel Museo del Louvre (fig. 455). Mirabile
la varietà del rapido segno; ora a tratteggi obliqui, ora a libere curve, ora intrecciato in mobile
rete, perchè meglio si presti al balenar dei lumi, a tutto quel gioco di bagliori.
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