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Correggio; è, spesso, virtuoso insigne più che artista sincero;
spesso cade nell’accademia, nella pittura di pratica basata
su formule. Ma i risultati cui giunge nella Visitazione e nel-
l’affresco di Poggio a Cajano, e dunque proprio in opere che non
gli diedero - popolarità, basterebbero alla gloria di un artista.
Abbiamo visto che in un’altra delle sue vere pitture, la Disputa
a Palazzo Pitti, egli si vale di strumenti pittorici affini a quelli
del Correggio. E, come Leonardo, come lo stesso Correggio,
come tutti coloro che perseguono il sogno pittorico di forme
velate e alleggerite dall’atmosfera, egli è grandissimo nel di-
segno. Chi ha vedute una volta sul foglio del Louvre le tre
figurine così lievi, friabili, indecise nella perlacea caligine del
fondo, come se falde di neve, cadendo dal cielo nebbioso, le
abbian formate, ha la piena misura del valore di Andrea del
Sarto nei rari momenti in cui si abbandona al proprio tempe-
rammento pittorico e dimentica il mondo fiorentino che l’at-
tornia per ritrovare se stesso. Allora egli è, con Antonio ALl-
lecri. il solo erede vero di Leonardo.
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