Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 1)

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1495 — Fa «di marmo un dio l’Amore d’età di sei anni in 
sette, a giacere in guisa d’uom che dorma ». 
Michelangelo che già aveva tolto ad imitare l’antico, nella Testa 
del Fauno, nel bassorilievo ispirato da Ovidio della Battaglia tra 
Lapiti e Centauri, nel restauro di un torso bacchico, in una figura 
d’Ercole, imitò forse il « Cupido che dorme di marmo tutto tondo, 
conceduto già con altre anticaglie dal Re di Napoli a Giuliano da 
Sangallo, per amor del magnifico Lorenzo e per la virtù di Giuliano ». 
Il Cupido fatto da Michelangelo, «contrafacendo la maniera antica », 
fu comprato da Baldassare del Milanese e portato a Roma, dove 
venne sotterrato in una vigna; e poscia, da questa cavato come 
preziosa statua antica, venduto a gran prezzo al Cardinal Riario, 
il quale, conosciuto l’inganno, restituì il marmo a Baldassare del 
Milanese, che lo cedette a Cesare Borgia e questi a Guidobaldo da 
Montefeltro, nel tempo in cui il giovane duca dimorò a Roma, 
dall’autunno del 1496 al 23 gennaio dell’anno seguente. Quando 
Cesare Borgia s’impadronì di Urbino, la marchesana di Mantova, 
Isabella Gonzaga d’Este, fece chiedere il Cupido al duca Valentino 
che glielo donò. Stette alla Corte mantovana sino al tempo dell’ac- 
quisto concluso da Daniele Nys (1629), per conto di Carlo I, re 
d’Inghilterra; e il 4 agosto 1632 una nave salpò da Venezia per 
portare col Cupido di Michelangelo tesori d’arte a Sua Maestà 
Britannica. Oltre la Manica, il Cupido si perdette, e forse 
andò smarrito con la dispersione delle collezioni di Carlo I. (Cfr. 
A. VENTURI, 17 «Cupido» di Michelangelo, in Arch. stor. dell’arte, 
18838, pag. I e segg. contro le ipotesi di K. LANGE). 
1496, 25 giugno — Arriva a Roma con un gentiluomo del 
cardinal Riario. 
Il 2 luglio seguente scrive da Roma a Lorenzo di Pier Francesco 
de’ Medici, facendogli sapere d’essere andato subito a visitare il 
Cardinal di San Giorgio e d’aver consegnato poi a Baldassare del 
Milanese una lettera, chiedendogli il bambino (cioè il Cupido già 
venduto) e offrendosi a restituire il denaro ricevuto. « Lui mi ri- 
spose », soggiunge, « molto aspramente e che ne fare’ prima cento 
pezzi, e che el bambino lui l’aveva comperato e era suo... ». Il 
cardinale di San Giorgio gli mostrò « molte belle cose ». Dipoi 
« el Cardinale mi domandò se mi bastava l’animo di fare qualcosa 
di bello. Risposi ch’io non farei sì gran cose, ma che e’ vedrebbe 
quello che farei. Abiamo comperato uno pezo di marmo d’una figura 
del naturale; e lunedì comincierò a lavorare » 
1497, 1° luglio — Scrive da Roma a Ludovico suo padre. 
« Reverendissimo e caro padre. Non vi maravigliate che io non 
torni, perchè non è potuto ancora aconciare e’ fatti mia col Cardi- 
Ie
	        
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