1529, 13 ottobre — Va a Ferrara, e Galeotto Giugni, oratore
fiorentino presso la Corte estense, lo esorta a tornare a Fi-
renze.
1529, 20 ottobre — Gli è dato il salvacondotto per ritornare a
Firenze.
1529, 9 novembre — Partito da Venezia alla volta di Firenze
passa per Ferrara, dove il Giugni lo munisce di raccomanda-
zioni per la Balìa. Circa il 20 era a Firenze.
I529, fine novembre — Rimedia ai guasti del campanile di
San Miniato battuto dalle artiglierie degli Imperiali.
1529-30 — Colora a tempera una Leda per il duca Alfonso I
d’Este, e lavora segretamente ai Sepolcri medicei.
I530, 12 agosto — Caduta la Repubblica fiorentina, si na-
sconde in casa d’un amico, dalla quale uscì quando seppe che
il Papa gli aveva perdonato e lo invitava a riprendere
l’opera di San Lorenzo.
1530, settembre-ottobre — Riprende le Tombe Medicee.
1530, II novembre e II dicembre — È provvigionato, come di
consueto, per il lavoro della Sagrestia di San Lorenzo.
Però una lettera al vescovo Marzi in Firenze, scritta il 25 no-
vembre, per conto del Papa, mostra che il « ribelle » non era stato
ancora del tutto perdonato:
« Farete intendere al Figi che N.ro S.re ha inteso che costì hanno
fatto paghare a Michelagnolo scultore certe centinaia di ducati,
il che non li è punto piaciuto; e V.ra S.ria ne intenderà il vero
apunto et ne darà avviso, perchè in questo caso esso vorrà ne
sia imbasato, stando la cosa in questi termini, per farlo più vigi-
lante alla fabrica »
1530, 17 novembre — Giov. B. Figiovanni lo avverte che il
cardinale Cibo, nipote di Clemente VII, è a Firenze e andrà
a visitare le scolture Medicee.
Si vede che la visita fu soddisfacente, perchè l’11 dicembre il
Papa confermò a Michelangelo l’antica provvigione di s0 ducati
mensili.