Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 1)

modello del sepolcro, con « sei statue marmoree cominciate et non 
finite, in Roma o vero in Firenze existenti ». Pagherà inoltre, come 
penale, la somma di 2000 ducati, compresavi la Casa di Macel de’ 
Corvi. E per poter finire l’opera, papa Clemente VII concede che 
M. possa almen due mesi all’anno dimorare in Roma. Nella 
lettera a Monsignor... del 1542, così Michelangelo narra la di- 
: savventura di questo accordo: « Jo dico che detto contratto 
non intesi che fussi recitato presente papa Clemente, come ne ebbi 
poi la copia: et questo fu, che mandandomi il dì medesimo Cle- 
mente a Firenze, Gianmaria (della Porta) da Modena imbascia- 
tore (del Duca d’Urbino) fu col notaio, et fecielo distendere a suo 
modo; in modo che quand’io tornai, e che io lo riscossi, vi trovai 
su più mille ducati che non si era rimasto; trovàvi su la casa dov’io 
Sto, et cierti altri uncini da rovinarmi; che Clemente non gli are’ 
I sopportati: et frate Sebastiano (del Piombo) ne può essere testi- 
monio, che volse che io lo faciessi intendere al Papa, e fare appic- 
care il notaio: io non volsi, perchè non restavo obrigato a cosa ch'io 
non l’avessi potuta fare, se fussi stato lasciato. Jo giuro che non 
so d’avere avuti i danari che detto contratto dicie, et che disse 
Gianmaria che trovava che io havevo havuti... ». 
1532, 25 maggio — Del contratto, Sebastiano gli scrive: 
«Credo lunidì io haverò. el contratto et subito ve lo man- 
derò. Molto mi maraviglio che cussì presto vogliate vendere le 
vostre substanzie ». Gli chiede un disegno per una « Natività 
de Nostra Donna con un Dio Padre de sopra con Agnoletti » 
1532, maggio — Vende alcune proprietà per soddisfare al nuovo 
contratto. 
Scrive ad Andrea Quaratesi in Pisa: « Jo vi scrissi circa un mese 
fa com’io avevo fatto vedere e stimare la casa, e per quanto la si 
potesse dare in questi tempi: e scrissivi ancora che io non credevo 
che voi la trovassi da vendere; perchè avend’io a pagare per la mia 
cosa di Roma (la tomba di Giulio 11) dumila ducati; che saranno 
tremila con certe altre cose; è voluto, per non restare ignudo, ven- 
dere case e possessione, e dare la lira per dieci soldi: e non ho tro- 
vato e non truovo. Però credo sare’ meglio indugiare, che gettare 
via ». 
1532, 5 giugno — Il Duca d’Urbino manda al Della Porta la 
ratifica del contratto e questi l’invia il 14 a Michelangelo. 
1532, 15 luglio — Sebastiano lo ringrazia per un disegno d’un 
Cristo, simile a quello di S. Pietro in Montorio.
	        
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