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ani ga a far la bocca « con quella sua sfenditura, con le sue fini unite
est’arte: dal rosso della bocca, con l’incarnazione del viso, che non colori,
he la ri- ma carne pareva veramente ». Nè questo sfoggio di naturalista
e la fa- e di notomista bastò al Vasari, perchè, trattandosi di Leonardo,
‘he suol giunse a supporre e a far credere che «nella fontanella della
» di Lio- gola chi intensissimamente la guardava, vedeva battere i polsi ».
ì divina Evidentemente il biografo aretino, confondendo la profondità
per non della osservazione con la superficiale minuzia e finitezza fiam-
di tutto minga, dimenticando, per dar corpo vivo a nozioni di scienza
li sorta. anatomica, la sintesi dell’artista chiaroveggente, creò un mani-
‘eca Na- chino per una dimostrazione di trattatista. Per mettere in rilievo
sue no- il valore dell’opera d’arte, non mai vista, ricorse non a quella,
Ritrasse ma alla propria erronea cognizione del merito del pittore scien-
tai al ri- ziato o, meglio, dello scienziato pittore. Curioso destino quel
na Lisa, che persegue il capolavoro: un moderno scrittore, il Coppier,"
li: Fran= che comprese benissimo come il Vasari, scrivendo di Monna
: quanto Lisa, inventasse di sana pianta, finì per conchiudere, nell’eb-
Igli, che brezza del trionfo delle sue ostilità contro il biografo aretino, che
diano, e il ritratto del Museo del Louvre non solo non rappresenta Monna
a prima Lisa, e non è un ritratto, ma è un’entità muliebre, un prototipo
rappose vinciano, un manichino insomma, al quale ricorse il pittore per
Lisa con foggiar uomini e donne, il Battista e la SanP Anna del Louvre.
1 Vasari La corrispondenza con l’idealità fisica e spirituale d’un artista,
scrizione col tipo da lui naturalmente creato a propria immagine, fu così
rappre- supposta derivazione da un archetipo fisso, per le copie da stam-
più folti parsi di disparate figure. Leonardo da Vinci, dopo aver creato
la nè ci- Monna Lisa, si sarebbe messo a farla gemere come torchio
Drincipio da stampa.
> aretino Tornando al Vasari, la sua invenzione si svela in ogni parte,
‘ni gene- prima col far lavorare Leonardo quattr’anni intorno al ritratto,
da qual- applicando ad esso quanto si sapeva del pittore «impacientis-
incesco I simo al pennello ». ma passando il segno nella applicazione. sino
re scien- _
a fare © L. CorpIEr, La « Joconde » est -elle le portrait de Donna Lisa ? in Les Arts, Paris,
tenere », janvier, IQI14.